
La politica monetaria della Bce rimarrà accomodante e ci si attende che i tassi di interesse ”restino su livelli pari o inferiori a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo”. Lo sottolinea la Banca centrale europea nel suo bollettino mensile di febbraio.
”Per quanto riguarda l’analisi economica – scrivono gli esperti della Bce – dopo due trimestri di crescita positiva del Pil in termini reali gli andamenti recenti dei dati e delle indagini congiunturali suggeriscono, nel complesso, il protrarsi della moderata ripresa nell’ultimo trimestre del 2013. In prospettiva, è stata confermata la precedente valutazione del Consiglio direttivo riguardo alla crescita economica. Ci si attende un lento recupero del prodotto nell’area dell’euro”.
Tuttavia al momento “i rischi per le prospettive economiche dell’area dell’euro continuano a essere orientati al ribasso. La dinamica dei mercati monetari e finanziari mondiali e le connesse incertezze, soprattutto nei paesi emergenti, potrebbero essere in grado di influenzare negativamente le condizioni economiche. Altri rischi al ribasso includono una domanda interna e una crescita delle esportazioni inferiori alle attese e una lenta o insufficiente attuazione delle riforme strutturali nei paesi dell’area dell’euro”.
In questo quadro “i paesi dell’area dell’euro non dovrebbero vanificare gli sforzi di risanamento già compiuti e dovrebbero ricondurre i debiti pubblici elevati su un sentiero discendente nel medio termine. Le strategie di bilancio dovrebbero essere in linea con il Patto di stabilità e crescita e assicurare una composizione dell’aggiustamento favorevole alla crescita che coniughi il miglioramento della qualità e dell’efficienza dei servizi pubblici con la limitazione al minimo degli effetti distorsivi dell’imposizione fiscale. Se accompagnate dalla risoluta attuazione di riforme strutturali, tali strategie daranno ulteriore sostegno all’ancor fragile ripresa dell’economia. I governi devono quindi proseguire le riforme dei mercati dei beni e servizi e del lavoro. Queste contribuiranno a migliorare il potenziale di crescita dell’area dell’euro e a ridurre i tassi di disoccupazione elevati in molti paesi”.