Il Tribunale di Roma ha pubblicato oggi la sentenza n. 668/2024, nella quale sancisce l’inefficacia delle cessioni di rami d’azienda realizzate il 1 giugno 2022 dalla Bnl Bnp Paribas alla società Ast del gruppo Accenture e condanna la Bnl Bnp Paribas a ripristinare il rapporto di lavoro dei ricorrenti, circa 80 lavoratori, alle proprie dipendenze con ogni conseguenza giuridica ed economica.
Le cessioni hanno riguardato 508 lavoratori che si occupavano di diverse attività del back office bancario alcune delle quali riguardanti attività core business della Bnl come mutui, successioni, etc. Dei 508 lavoratori ceduti circa 360 hanno impugnato in Tribunale, ai sensi dell’articolo 2112 del codice civile, la cessione sostenendone l’illegittimità.
Una sentenza importante per i principali sindacati di categoria.
Soddisfatta la Fabi (Federazione autonoma bancari italiani), che sottolinea di aver “sempre supportato i colleghi credendo che l’operazione fosse finalizzata semplicemente al taglio di costi aziendali e pertanto, dall’inizio si è rifiutata insieme alle altre organizzazioni aziendali di firmare accordi con l’azienda rafforzando in questo modo la posizione dei lavoratori di fronte alla magistratura. Questa operazione di esternalizzazione ha una portata mai registrata nel settore bancario in Italia, in quanto ha riguardato, oltre i 508 lavoratori sopra indicati, anche altri circa 300 del settore di Information Technology della stessa Bnl, per un totale di circa 800 dipendenti”. “Questa è la prova che avevamo ragione come Fabi nel sostenere sempre che tutte le esternalizzazioni di Bnl non avessero un supporto giuridicamente sostenibile. Tutto questo dovrebbe far riflettere anche perché cedere la parte tecnologica, nell’era del digitale significa rischiare una scelta di arretratezza senza ritorno. Pertanto, siamo sicuri che le prossime sentenze della magistratura saranno anche esse positive. Si metterà così un freno alla reale motivazione delle esternalizzazioni: l’abbattimento dei costi e le delocalizzazioni delle attività bancarie italiane all’estero”, hanno commentato i rappresentanti Fabi in Ast (Accenture).
La sentenza rappresenta un segnale rilevante anche per la Fisac Cgil Bnl. “Il castello di carta messo in piedi dalla Bnl è venuto giù con il vento della lotta. Una lotta intrapresa dalle tante lavoratrici e dai tanti lavoratori che non si sono piegati alle logiche di un’azienda interessata esclusivamente al suo profitto. Dopo le cause vinte dai lavorati ceduti in CapGemini, oggi arriva la sentenza che dichiara illegittima la cessione di ramo d’azienda in Ast: 82 lavoratrici e lavoratori che hanno deciso di seguirci lungo un percorso difficile senza mai scoraggiarsi, perché consapevoli dei loro diritti e della tutela che il sindacato, organizzando le persone, riesce a garantire”, precisa in un comunicato stampa.
“È un segnale importantissimo, perché le lavoratrici e i lavoratori, a cui vanno i nostri più sinceri auguri e i nostri più sentiti complimenti, hanno dimostrato che quando ci si organizza e non ci si lascia scoraggiare dall’arroganza aziendale, i risultati arrivano – ha dichiarato la responsabile di coordinamento Fisac Cgil Bnl, Martina Braga -. Come Fisac Cgil continueremo a batterci affinché l’azienda ricordi sempre, e da oggi ancor di più, che non c’è spazio per la lesione dei diritti e delle norme. Siamo pronti al dialogo e all’incontro, ma solo se questo si basa sul primo e più importante dei principi: la tutela e l’interesse delle lavoratrici e dei lavoratori”.
“Una vittoria delle lavoratrici e dei lavoratori, una vittoria del sindacato – ha aggiunto la segretaria nazionale della Fisac Cgil, Chiara Canton -. Questi lavoratori sono, infatti, i primi, quelli che la Fisac Cgil ha riunito facendoli rappresentare in tribunale dagli avvocati che da ormai lunghi anni collaborano con la nostra organizzazione. Ne seguiranno altri, rappresentati dalle altre sigle che, unitariamente, hanno condiviso con noi questo percorso di lotta e di rivendicazione: a loro vanno i nostri migliori auguri, perché oggi siamo felici, ma lo saremo ancor di più quando tutti rientreranno sul loro posto di lavoro, quello lasciato ormai due anni fa in Bnl”.