A gennaio 2024 nell’Area euro i tassi sul credito bancario alle imprese sono rimasti sostanzialmente invariati, mentre i tassi sui prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono diminuiti. Le erogazioni si sono stabilizzate su livelli bassi, a causa di tassi elevati sui prestiti bancari, una domanda di prestiti modesta e rigidità dei criteri di concessione del credito. È quanto emerge dal Bollettino economico della Bce, diffuso oggi dalla Banca d’Italia.
L’analisi sottolinea inoltre come un numero sempre maggiore di famiglie si aspetti di avere problemi a rimborsare i mutui nei prossimi 3 mesi a causa dei tassi di interesse elevati.
Tassi sui mutui al 3,87% nell’Unione europea
Secondo il report, i tassi sui prestiti alle imprese e alle famiglie nei paesi dell’area dell’euro hanno cominciato ad aumentare in maniera decisa all’inizio del 2022 e, a partire da novembre 2023, hanno mostrato segni di stabilizzazione su tali livelli elevati. A gennaio 2024 i tassi sui prestiti alle imprese si collocavano al 5,22%, rispetto al 5,25% osservato a dicembre 2023, mentre i tassi sui nuovi prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni hanno registrato una modesta riduzione, collocandosi al 3,87% a gennaio, rispetto al 3,97% di dicembre.
Il calo è stato generalizzato nei maggiori paesi dell’area dell’euro ed è stato più marcato per i prestiti con periodi di determinazione a medio e a più lungo termine. Le variazioni dell’entità di tale calo hanno contribuito a ridurre la dispersione dei tassi sui prestiti.
Credito al consumo, tassi in aumento
Al tempo stesso, a gennaio i tassi bancari sui nuovi prestiti alle famiglie per consumo, scoperti di conto e credito al consumo hanno continuato ad aumentare. La dispersione tra paesi dei tassi sui prestiti a imprese e famiglie è rimasta su livelli contenuti, suggerendo “un’ordinata trasmissione della politica monetaria nei paesi dell’area dell’euro”.
Famiglie in difficoltà con il rimborso dei mutui
Nell’Indagine sulle aspettative dei consumatori della Bce di gennaio 2024 un numero maggiore di famiglie, in particolare nella fascia dei quintili di reddito più bassi, ha segnalato di attendersi difficoltà nel far fronte ai pagamenti del mutuo per i prossimi tre mesi, per effetto della trasmissione dei tassi più elevati sui prestiti bancari agli importi dei prestiti in essere per l’acquisto di abitazioni e dell’aumento dei costi di servizio del debito.
Le erogazioni
A gennaio 2024 i prestiti bancari a imprese e famiglie si sono stabilizzati su livelli bassi, in presenza di tassi elevati sui prestiti bancari, una domanda di prestiti modesta e rigidità dei criteri di concessione del credito.
La crescita sui 12 mesi dei prestiti alle società non finanziarie è scesa dallo 0,5% di dicembre 2023 allo 0,2% a gennaio 2024, in un contesto caratterizzato da una notevole eterogeneità tra paesi. Allo stesso tempo, la volatilità è in aumento, “come dimostra la forte contrazione dei prestiti a breve termine osservata a gennaio, che ha invertito un aumento di entità analoga nei due mesi precedenti”. Nel complesso, la perdurante debolezza della crescita dei prestiti rimane in linea con la dinamica del credito stagnante osservata dall’inizio del 2023, per effetto della debole domanda aggregata, della rigidità dei criteri di concessione del credito e dell’orientamento restrittivo della politica monetaria. A gennaio 2024 il tasso di crescita sui 12 mesi dei prestiti alle famiglie è sceso allo 0,3% dallo 0,4% di dicembre 2023, in un contesto di prospettive negative del mercato immobiliare, di un lieve inasprimento dei criteri per la concessione del credito e di un aumento dei tassi sui prestiti.
Il calo è riconducibile principalmente ai mutui per l’acquisto di abitazioni e ai prestiti alle imprese individuali (ossia quelle piccole e senza personalità giuridica), mentre la crescita dei prestiti al consumo è rimasta stabile, principalmente a causa della domanda proveniente dai quintili di reddito più bassi riflessa nell’aumento delle richieste di prestiti rifiutate.
I risultati dell’Indagine sulle aspettative dei consumatori della Bce di gennaio 2024 indicano, inoltre, che un’ampia percentuale netta degli intervistati ha segnalato di aver percepito un inasprimento dei criteri di concessione del credito e di attendersi che diventi più difficile ottenere prestiti per l’acquisto di abitazioni nel corso dei prossimi dodici mesi.