Quando a metà settembre 2019 la direttiva europea sull’open banking è entrata in vigore nel nostro Paese, nessuno aveva idea di quello che da lì a sei mesi sarebbe successo: l’esplosione dell’emergenza pandemica e i conseguenti lockdown, che hanno spinto l’esigenza di digitalizzazione dei servizi (quelli bancari e finanziari compresi), perché fossero fruibili anche da remoto. “Avere a disposizione uno strumento potente come la Psd2 avrebbe dovuto avvantaggiarci come sistema-paese su questo fronte. Ma non è avvenuto”, afferma Antonio Lafiosca, co-founder & chief operating officer di Borsadelcredito.it.
Psd2: cos’è e a cosa serve
La PSsd2 è la direttiva europea sui servizi di pagamento, la cui più importante novità è l’obbligo per le banche di rendere accessibili i conti correnti dei propri clienti a terze parti, che possono, previa autorizzazione, effettuare operazioni di pagamento per conto del titolare. “In parole semplici: chiunque abbia un conto presso qualsiasi banca italiana può autorizzare ad esempio Amazon a leggere le informazioni sul suo conto e disporre su di esso il pagamento di un oggetto che si vuole acquistare sul portale – prosegue Lafiosca -. Un modo per consentire a big tech e fintech di competere con le banche e accelerare la digitalizzazione di queste ultime”.
Nell’aprire informazioni sensibili a terze parti, l’Europa si è premurata di aumentare la sicurezza per i clienti, attraverso la strong customer authentication, chiamata anche autenticazione a due fattori perché richiede la verifica di almeno due informazioni diverse per provare in maniera univoca l’identità dell’utente. “L’obiettivo finale, lato cliente, è abilitare una customer experience totalmente digitale offrendo da un unico punto di accesso servizi che vanno ben oltre i pagamenti: includendo, per esempio, la gestione dei risparmi, il tracciamento delle spese, il pagamento delle bollette o servizi di lending”, aggiunge.
La direttiva è del 2015, ma in Italia è entrata in vigore nel 2018 con un periodo di transizione per arrivare a essere tutti compliant dal 14 settembre 2019.
Psd2: a che punto siamo oggi
“A un anno e mezzo di distanza, però, l’attuazione della normativa in Italia non ha ancora raggiunto il suo pieno compimento: esaurito l’hype iniziale, il cammino verso l’open banking ha subito una battuta d’arresto – afferma il cofounder di Borsadelcredito.it -. Se infatti sul piano dell’aggregazione dei conti sono stati fatti passi da gigante, l’aspetto fondamentale su cui c’è bisogno di lavorare ancora è quello dell’utilizzabilità da parte di terzi”. Nel concreto, ad oggi è possibile per gli utenti gestire le spese e tenere sotto controllo il proprio patrimonio da una sola piattaforma, senza dover accedere all’home banking di ogni singolo conto corrente. Ma la vera svolta sarà anche poter pagare bollette, mense scolastiche, gestire risparmi e investimenti e così via utilizzando un unico strumento.
“Le banche si stanno adeguando, ma qualcuna è ancora restia all’apertura dei dati, con il risultato che oggi ottenere licenze è ancora complesso: un segnale che la strada della collaborazione con big e fintech, al netto di alcuni eccellenti esempi virtuosi, presenta, come è normale che sia, ancora degli ostacoli. Ma è proprio questa la strada che, alla luce della contingenza pandemica, porterà al successo gli istituti in grado di offrire la migliore e più completa user experience digitale ai propri clienti”, conclude.