Il gruppo Bper ha chiuso il secondo semestre 2023 con un utile netto consolidato pari a 704,6 milioni di euro. Le grandezze patrimoniali includono i dati del gruppo Carige linea per linea, a fronte dell’ingresso di quest’ultimo nel perimetro di consolidamento del gruppo Bper Banca. Inoltre, il 20 febbraio 2023 si è completato il trasferimento a Banco di Desio e della Brianza di due business unit distinte costituite da 8 sportelli bancari di proprietà del Banco di Sardegna e 40 filiali di proprietà di Bper Banca derivanti dalla fusione per incorporazione di Banca Carige e Banca del Monte di Lucca. “I volumi relativi a tali sportelli erano già stati classificati come attività e passività in via di dismissione. Le variazioni percentuali, ove non diversamente indicato, si riferiscono al confronto con i dati al 31/12/2022”, precisa un comunicato stampa.
Il gruppo ha inoltre annunciato che lo scorso 1° agosto il cda di Banca Cesare Ponti ha deliberato di dare avvio, in coordinamento con la capogruppo Bper Banca, alle attività istruttorie e prodromiche funzionali alla concentrazione dei comparti wealth & asset management del gruppo Bper all’interno di Banca Cesare Ponti, in linea con quanto previsto dal piano industriale 2022-2025 del gruppo. “A tale operazione si prevede di dare luogo mediante conferimento, da parte di BPER Banca, socio unico di Banca Cesare Ponti, del ramo d’azienda relativo ai predetti comparti, a fronte di un aumento di capitale sociale della medesima Banca Cesare Ponti. L’attuazione dell’operazione, che si prevede di concludere entro il primo trimestre 2024, è subordinata all’assunzione delle necessarie delibere da parte dei competenti Organi sociali di Banca Cesare Ponti e di BPER Banca oltre che all’ottenimento delle prescritte autorizzazioni da parte delle competenti Autorità di Vigilanza. Sotto il profilo regolamentare, l’operazione si configura, per BPER Banca, quale operazione tra parti correlate”, spiega l’istituto di credito.
I principali risultati
Il margine di interesse si attesta a € 1.545,0 milioni in crescita del 96,7% rispetto al primo semestre 2022, grazie in particolare all’incremento dello spread commerciale conseguente al favorevole andamento dei tassi di interesse, alla buona gestione del pass-through sui depositi e al contributo derivante dalla gestione del portafoglio titoli.
Le commissioni nette sono pari a € 995,6 milioni in aumento dell’8,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e riflettono, in particolare, il contributo positivo derivante dalle commissioni riferibili all’attività bancaria tradizionale (+11,5% a/a); solido anche il contributo delle commissioni relative alla raccolta indiretta (+5,9% a/a) così come quello del comparto bancassurance (+4,6% a/a).
I dividendi risultano pari a € 25,1 milioni (in aumento del 58,3% a/a), di cui € 11,1 milioni riconducibili alla partecipazione in Banca d’Italia. Il risultato netto della finanza è positivo per € 53,9 milioni e si confronta con il dato positivo di € 84,4 milioni registrato nello stesso periodo dell’anno precedente: la differente contribuzione è giustificata in particolare dalla minore attività di negoziazione.
In virtù delle dinamiche descritte, il totale dei proventi operativi netti ammonta quindi a € 2.652,3 milioni in crescita del 48,4% rispetto al primo semestre 2022 trainati dalla crescita dei ricavi core (margine di interesse e commissioni nette) pari a € 2.540,6 milioni (+49,5% a/a).
Gli oneri operativi risultano pari a € 1.359,9 milioni rispetto a € 1.148,3 milioni nello stesso periodo dello scorso anno. L’andamento di tale aggregato sconta, in particolare, il cambio di perimetro derivante dall’acquisizione del Gruppo Carige in un contesto segnato da pressioni inflazionistiche. In dettaglio:
- le spese per il personale risultano pari a € 849,2 milioni in aumento rispetto a € 711,5 milioni del primo semestre 2022;
- le altre spese amministrative ammontano complessivamente a € 395,7 milioni rispetto a € 342,7 milioni del primo semestre dello scorso anno;
- le rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali ammontano complessivamente a € 115,0 milioni rispetto a € 94,1 milioni del primo semestre 2022.
Il cost income ratio del semestre è pari al 51,3%, inferiore sia rispetto al 64,3% del primo semestre 2022 che al dato relativo all’intero 2022 (65,5%).
Il costo del credito annualizzato si attesta a 61 p.b., in calo rispetto al dato registrato nell’esercizio 2022 pari a 64 p.b.. “I contributi ai fondi sistemici si riferiscono al pagamento ordinario per l’anno 2023 al Fondo di Risoluzione Unico (“Single Resolution Fund”) e sono pari a € 49,5 milioni. Si evidenzia che nello schema di Conto economico riclassificato, per chiarezza espositiva, tali contributi sono esposti in una riga separata, mentre nello schema di Banca d’Italia sono ricompresi all’interno della voce 190 b) ‘Altre spese amministrative’”, prosegue la nota.
Detratte infine le imposte sul reddito, pari a € 201,4 milioni, e l’utile di periodo di pertinenza di terzi che ammonta a € 15,0 milioni, si perviene a un utile di periodo di pertinenza della Capogruppo pari a € 704,6 milioni.
“Il semestre appena concluso registra un quadro macroeconomico caratterizzato da un’attività economica tornata a crescere nel primo trimestre e sostanzialmente stabile nel secondo e da un’inflazione in calo che però si è mantenuta su livelli elevati. In tale contesto, i risultati del primo semestre, che registrano un utile netto di periodo pari a € 704,6 milioni, sono motivo di particolare soddisfazione per la Banca: lo sforzo commerciale ed organizzativo messo in campo, infatti, ha consentito di ottenere una positiva dinamica dei risultati operativi ed un’eccellente redditività. I proventi operativi pari a € 2.652,3 milioni hanno fatto rilevare un’ottima performance con una crescita del 48,4% rispetto al primo semestre del 2022, in particolare grazie ad una forte accelerazione del margine di interesse e a una solida performance commissionale – ha dichiarato l’amministratore delegato Piero Luigi Montani -. Migliora la qualità del credito che presenta tassi di default ancora molto contenuti e un NPE ratio che si è attestato al 2,7% lordo (1,1% netto) in calo rispetto a fine 2022 e al grado di copertura dei crediti deteriorati pari a circa il 60%. È proseguito il trend positivo relativo al processo di derisking della Banca grazie a due operazioni di cessione di due portafogli di crediti UTP concluse nel mese di aprile e di maggio per un valore esigibile complessivo pari a circa € 900 milioni consentendo così un’ulteriore contrazione dei crediti non performing. Ai risultati finanziari si affiancano ottimi livelli di patrimonializzazione: i profili di capitale e liquidità della Banca rimangono infatti elevati grazie ad una generazione organica di capitale che permette al CET1 ratio proforma4 di raggiungere il 14,0%, valore ampiamente superiore all’attuale requisito minimo SREP dell’8,5%; anche la posizione di liquidità presenta indici regolamentari ben oltre le soglie minime previste. Il miglioramento delle prospettive macroeconomiche e dei tassi d’interesse rispetto alle attese nonché l’ottimo andamento del business ci consentono di aumentare la guidance per il 2023 sulle principali metriche prevedendo di poter raggiungere un utile netto ordinario5 di circa € 1,1 miliardi. Costanti sono gli avanzamenti nell’integrazione delle tematiche ESG ed importante è lo sforzo profuso dalla Banca per contribuire alla transizione ecologica e alla creazione di una società più sostenibile, equa ed inclusiva. Grande è la soddisfazione derivante dal perseguimento degli sfidanti obiettivi di Piano Industriale in termini di riduzione degli impatti ambientali e di gestione delle diversità. Mi preme infine ricordare che la Banca ha dimostrato massima attenzione e vicinanza alle famiglie e alle imprese duramente colpite dal maltempo in Emilia-Romagna con interventi di assistenza e finanziamenti straordinari e con l’avvio di una raccolta fondi, aperta ai clienti e a tutti i dipendenti della Banca a favore della Croce Rossa Italiana impegnata nella gestione dell’emergenza causata dalle forti alluvioni. Consapevoli delle incertezze di un complesso quadro macroeconomico, affrontiamo il resto dell’anno in corso con fiducia, convinti che riusciremo a consolidare i livelli di redditività finora ottenuti a beneficio di tutti gli stakeholder grazie ai progressi compiuti sul fronte della generazione dei ricavi, uniti alla robusta posizione patrimoniale e di liquidità e alla solida qualità del credito”.