La politica dell’istituto di Ottawa continua dunque a essere in controtendenza rispetto alle scelte adottate dalla Federal reserve statunitense, che ha dichiarato che manterrà al minimo il livello dei tassi almeno fino al 2014, e dalla Reserve bank of Austalia, che ha tagliato di un altro quarto di punto percentuale il tasso di sconto del Paese per sostenerne la crescita economica.
Secondo il parere degli esperti, la decisione di Mark Carney, governatore della Bank of Canada ed ex dirigente della Goldman Sachs, è dettata da una valutazione degli scenari futuri molto diversa da quella condivisa dalla maggior parte degli addetti ai lavori.
Nel ricordare che il rialzo dei tassi stabilito dalla Banca centrale canadese nell’estate del 2010 è stato il primo aumento verificatosi nei Paesi del G8 dallo scoppio della crisi e che da allora l’istituto ha sempre mantenuto invariati i parametri, Avery Shenfeld, capo economista della Cibc world markets, ha spiegato così la linea di manovra della banca: “Quello che si attende la BoC, diversamente dagli altri, è un’impennata dei prezzi. Ecco perché sta reagendo in questo modo. Sarà interessante vedere se ha ragione oppure se sta sbagliano”.
In Canada il tasso di inflazione ha mostrato ad aprile un lieve incremento, attestandosi al 2% su base annua, in crescita rispetto al precedente 1,9% di marzo. Il Paese ha risentito dei riflessi del rallentamento globale, ma la crescita dell’economia nel primo trimestre è stata comunque dello 0,5% su base trimestrale e dell’1,8% su base annua.