Nello specifico i dati del Conference Board mostrano che la vendita di immobili è diminuita in 21 su 28 dei mercati immobiliari canadesi, e che in 16 casi la contrazione registrata è stata maggiore del 5%.
Parallelamente anche gli annunci di vendita risultano in calo in 17 mercati residenziali su 28, segno evidente delle più basse aspettative che i proprietari di abitazioni ripongono nelle concrete possibilità di acquisto da parte di singoli e famiglie.
Robin Wiebe, senior economist del Conference Board, ha sottolineato che, sebbene alcuni segnali di rallentamento fossero già stati percepiti prima dell’entrata in vigore delle nuove norme sui prestiti immobiliari, in particolare nelle zone di Vancouver e Victoria, la disciplina da poco introdotta ha senz’altro contribuito ad aggravare il fenomeno.
“Quando i numeri mostrano vendite che virano verso il basso in tre quarti del mercato, si può parlare legittimamente di una contrazione generalizzata”, ha spiegato Wiebe. “Già nei mesi scorsi i mercati più caldi, come quelli di Regina e Saskatoon, avevano iniziato a raffreddarsi. Ora però la gelata ha investito tutto il Paese”.
Quello annunciato a luglio dal ministro delle Finanze Jim Flaherty è il quarto provvedimento restrittivo sui mutui adottato dal governo. In base alle nuove regole il periodo massimo di ammortamento di un finanziamento per l’acquisto di un immobile passerà da 30 a 25 anni, con un evidente aggravamento del peso delle rate mensili.
Per Adrienne Warren, economista presso la Scotiabank, mentre in passato i provvedimenti restrittivi stabiliti dall’esecutivo hanno portato a flessioni del mercato solo momentanee, questa volta è legittimo aspettarsi un calo consistente, visto che “ in un momento in cui l’indebitamento dei nuclei familiari sta crescendo e le preoccupazioni per l’andamento dell’economia sono molto diffuse, le nuove regole rendono effettivamente più complicato per una famiglia accendere un mutuo”.