Ieri sera la Fed (Federal Reserve) ha aperto le riunioni di politica monetaria. A dicembre, di fronte a un’inflazione annua del 7%, la banca centrale statunitense ha dato il primo giro di vite, annunciando la fine del suo programma di quantitative easing e aprendo le porte a un primo aumento dei tassi chiave nel 2022.
Nel frattempo, i mercati hanno alzato notevolmente le aspettative di rialzo dei tassi (4 rialzi di 25 punti per il 2022), e i timori di una riduzione del bilancio, combinati con l’aumento dei rischi geopolitici, hanno portato a un inasprimento delle condizioni finanziarie.
“Ecco perché tutti gli occhi erano puntati su Washington – spiega Nicolas Forest, global head of fixed income di Candriam -. E Jerome Powell ha posto fine alla suspense monetaria, rispondendo alle due principali domande di inizio anno: quale sarà il ritmo degli aumenti dei tassi per il 2022? E quale sarà la riduzione del bilancio? In primo luogo, ha chiarito che la FED intende aumentare i tassi per la prima volta nella prossima riunione di marzo. Gli acquisti di asset si fermeranno all’inizio di marzo, come previsto, e una riduzione del bilancio, attualmente pari a quasi 9.000 miliardi di dollari, è prevista dopo il primo aumento dei tassi”.
In questo contesto Candriam prevede quattro rialzi chiave dei tassi, e ritiee che la riduzione del bilancio dovrebbe portare a un aumento dei tassi reali statunitensi di quasi 50 punti.
“Nel suo secondo mandato, Powell ha aperto le danze della stretta monetaria con una chiara missione: persuadere gli investitori e i consumatori statunitensi che l’inflazione può tornare al 2% senza creare stress finanziario – prosegue Forest -. Sebbene i mercati abbiano accolto favorevolmente la dichiarazione di oggi, le condizioni di finanziamento delle società statunitensi dovranno essere attentamente monitorate nei prossimi mesi. E durante la conferenza stampa gli spread creditizi si sono allargati a causa del tono “da falco” del presidente”.
E domani tutti gli occhi saranno puntati su Francoforte, dove la prossima settimana la Bce terrà il suo primo incontro monetario. “Probabilmente rifiutandosi di unirsi al ballo, preferendo rimanere in disparte con tassi negativi e retorica accomodante. Una posizione che sarà difficile mantenere tutto l’anno”, conclude Forest.