“Ho cominciato a lavorare nel settore dell’erogazione del credito oltre trent’anni fa, da giovanissima, a 22 anni. Il mio primo impiego è stato in una piccola società locale, che si occupava di leasing. È stata una delle prime società a trattare questo prodotto, che all’epoca era agli esordi. Lì lavoravo prettamente con le aziende. È stato un momento molto emozionante: sono stata una delle prime ragazze a proporre finanziamenti in leasing e spesso e volentieri mi capitava di andare dal commercialista e di dovergli spiegare di cosa si trattasse”. Carla Bellin, oggi area manager di Synthesis, ha lavorato a lungo sia come dipendente che come collaboratrice. L’abbiamo contattata per farci raccontare la sua storia di donna impegnata nell’ambiente dell’intermediazione del credito.
Quando ha iniziato a lavorare era l’unica donna nella sua società?
Assolutamente sì. Andavo alle riunioni delle più importanti società di leasing ed ero circondata da uomini. Se c’erano altre ragazze o signore al massimo erano impiegate nel back office, ma ero quasi sempre l’unica commerciale. Era un ambiente prettamente maschile.
Questo le ha mai creato disagio?
No. Anzi, devo dire che i miei colleghi mi hanno sempre trattato con molta gentilezza. Sono sempre stata molto fortunata, la mia è stata una carriera serena. Non ho mai subito pressioni dal capo e non mi sono mai sentita discriminata in quanto donna, a parte qualche episodio sporadico.
Dopo gli esordi nel leasing come è proseguita la sua carriera?
Successivamente al leasing sono passata a occuparmi di credito vero e proprio, prima presso Deutsche Bank e poi con quella che è diventata Intesa Sanpaolo. Negli ultimi anni mi sono dedicata alla cessione del quinto, un comparto che non avevo mai seguito perché ero sempre stata impegnata sul fronte delle aziende mentre ora seguo esclusivamente i privati, anche se ormai da tempo non sono più operativa sul campo e mi dedico specificamente allo sviluppo delle agenzie, alla ricerca di soluzioni e di prodotti.
Dove ha lavorato in Italia?
Principalmente nel Nord.
Da quanto tempo lavora per Synthesis?
Da dieci anni.
In questi anni come è cambiato il settore del credito dal punto di vista della presenza femminile?
Se quando ho iniziato ero l’unica donna, pian piano le cose sono cambiate e negli ultimi 15 anni la differenza sul lavoro rispetto agli uomini si è fatta più sfumata. Nel corso della mia carriera ho incontrato delle donne in gamba, molto competenti. E le ammiro molto più dei colleghi uomini perché, mentre gli uomini devo gestire solo la loro carriera, le donne devono gestire anche la famiglia e dei figli. Hanno un carico di responsabilità che non ho mai visto negli uomini. L’unica preoccupazione per un uomo è avere una camicia ben stirata al mattino e uscire di casa per rientrare la sera. Invece le mie colleghe donne si trovano a dover conciliare gli impegni legati all’asilo, alla casa e devono restare al tempo stesso performanti e bravissime sul lavoro. Quindi, anche se nella mia carriera ho incontrato degli uomini meravigliosi, la mia stima, dal punto di vista lavorativo, va soprattutto alle donne: hanno sicuramente una marcia in più, che consente loro di gestire situazioni di emergenza a casa e poi arrivare in ufficio, magari sfinite, ma comunque pronte a dare un contributo prezioso. In questo come in altri settori capita spesso che le donne non siano “in primo piano”, la loro presenza però resta determinante. La mia esperienza mi dice che dietro un “grande capo” c’è sempre una bravissima assistente che svolge e prepara buona parte del suo lavoro.
Qual è il suo rapporto con le sue colleghe, oggi che siete in tante?
Sebbene nella mia azienda continui ad essere l’unica commerciale, abbiamo delle donne meravigliose nei posti chiave e nel back office, dove ce ne sono tantissime. Con tutte ho un ottimo rapporto: non sono competitiva in generale e lo sono ancora meno con le donne. Cerco sempre di instaurare un rapporto di trasparenza, di franchezza, anche con le agenti donne, che a volte sono in difficoltà perché devono far fronte a problematiche diverse, legate ad esempio alla gestione della famiglia. Per questo tento sempre di fornire loro un sostegno maggiore rispetto a un uomo. Sicuramente auspico una crescita delle quote rosa nelle posizioni di responsabilità, sia nel nostro settore che nel business in generale. Sono d’accordo con quello che scrive Lilli Gruber nel suo libro Basta!: ora servono più donne al potere.
Si è mai trovata in difficoltà nel conciliare la sua vita privata con il lavoro?
No, perché la mia vita privata è sempre stata concentrata su mio marito e, avendo scelto di non avere figli, non ho dovuto affrontare le problematiche legate alla maternità. Inoltre io e mio marito facciamo quasi lo stesso lavoro e ci troviamo a viaggiare spesso per esigenze lavorative. Lui è una persona molto indipendente ed è capitato che in alcuni periodi entrambi avessimo impegni fuori città per tutta la settimana e ci vedessimo solo nel weekend.