Il 30 giugno con il D. Lgs n. 149/2022, attuativo della Riforma Cartabia, entrerà in vigore una novità che ha un impatto diretto sulle esecuzioni immobiliari. Le nuove norme contengono però un’incongruenza che rischia di annullare quanto di buono deriva dalla possibilità di vendita diretta da parte del proprietario. A sostenerlo è Case Italia, società di servizi immobiliari che fa della risoluzione del debito la propria mission principale.
“Con la riforma Cartabia, il legislatore introduce la ‘vendita diretta’ dei beni esecutati in alternativa alla vendita all’asta ‘ordinaria’. In parole semplici, chi si è visto pignorare la casa avrà la possibilità di venderla ad acquirenti privati. Lo scopo è coinvolgere l’esecutato nella vendita del bene pignorato. Perché dovrebbe farlo? Semplice: per evitare che, in caso di asta deserta, la casa sia rimessa in vendita a un prezzo inferiore”, afferma Lucjiana Lozancic, amministratore delegato di Case Italia e Rendimento Etico, piattaforma di lending crowdfunding immobiliare.
La vendita in asta di una casa spesso non risolve i problemi di debito dei proprietari, poiché i meccanismi delle aste portano spesso alla svalutazione dell’immobile. Il risultato, secondo la società, è che nella maggior parte di casi la vendita non soddisfa i diritti dei creditori.
“Riteniamo che la vendita diretta potrebbe rappresentare un’alternativa interessante per la persona con la casa in asta. Inoltre, la riforma vorrebbe tutelare i creditori dalla svalutazione del bene. Peccato che la vendita diretta al momento risulti monca – prosegue Lozancic -. Infatti, chiunque voglia presentarsi a un’asta, sa che vi è la possibilità di offrire fino al 25% in meno rispetto al prezzo base d’asta, partecipando con un’offerta minima. Se l’acquirente acquista direttamente dall’esecutato, stando alle interpretazioni attuali della riforma, deve corrispondere il prezzo base. Insomma: non gli conviene. E questo dettaglio fa la differenza: potrebbe rappresentare un passo indietro per la risoluzione definitiva del debito. Riteniamo che per la risoluzione del debito l’attività dei professionisti in grado di trattare direttamente con i creditori, continuerà ad essere indispensabile anche dopo l’attuazione della riforma, anche perché cercare una soluzione professionale prima che la casa vada all’asta è sempre preferibile e spesso anche possibile”