Eustacchio Allegretti, presidente Assomea: “La lotta all’abusivismo è una delle grandi sfide del 2014”
Fabio Picciolini, responsabile dell’ufficio studi di Adiconsum: “La ripresa dovrebbe consolidarsi ma servono misure...
Luigi Iannaccone, Assoprofessional: interchange fee, cosa cambia davvero per gli esercenti?
Nunzio Ragno, presidente Antico: “Siamo al lavoro con Oam e altre autorità per fornire...
Tommaso Gamaleri, head of Europe di Younited Credit: “Mediatori e fintech: con la collaborazione...
Samuele Lupidii, vice presidente nazionale Fiaip: “Stabilendo l’incompatibilità tra agente immobiliare e mediatore creditizio,...
“Il Governo ha penalizzato il risparmio delle famiglie e quindi la proprietà immobiliare per favorire esclusivamente i beni mobiliari e gli impieghi finanziari. Le tasse sulla casa sono aumentate e hanno danneggiato oltre che le transazioni immobiliari, il ceto medio e i piccoli risparmiatori in generale”. Nei giorni scorsi, durante l’ultimo consiglio nazionale, i vertici della Fiaip sono tornati a criticare la politica attuata dall’esecutivo Monti nel settore del mattone. Citando uno studio commissionato dalla Confedilizia, la Federazione italiana degli agenti immobiliari professionali ha sottolineato come già nel 2009, tra imposte dirette e indirette sulla casa, in Italia il livello di tassazione degli immobili fosse all’1,45% del Pil, contro l’1,44% della media Ocse, l’1,32% dei Paesi Ue e l’1,26% dell’Eurozona. A causa dell’introduzione dell’Imposta municipale unica, hanno aggiunto i portavoce dell’associazione, l’imposizione fiscale sugli immobili oggi arriva al 1,7%, e dall’inizio della crisi nel comparto sono stati persi più di 360mila posti di lavoro posti. Abbiamo raggiunto al telefono Samuele Lupidii, vice presidente nazionale della Fiaip con delega alla mediazione creditizia, e gli abbiamo rivolto alcune domande per capire quali sono le proposte della federazione per uscire da questa situazione.
Quello attuale non è certo un buon momento per il mercato immobiliare. Gli ultimi dati dell’Agenzia del territorio parlano di una caduta del 26,8 per cento nel terzo trimestre di quest’anno. Ma la colpa è tutta del governo?
Noi riteniamo che se non cambia qualcosa a livello di legislazione, con provvedimenti mirati che possano supportare la possibilità di acquisto e di compravendita, le previsioni nel breve e nel lungo periodo non siano affatto positive. Senza dubbio la ragione principale del blocco delle compravendite deve essere individuata nell’attuale sistema di tassazione, che appare per certi versi addirittura vessatorio. Il Governo, in questa fase delicata che il Paese sta attraversando, chiede continuamente che vengano formulate proposte di risanamento “a saldo zero”. A questo proposito vorrei richiamare l'attenzione su un dato: rispetto a due o tre anni fa il numero di compravendite è calato di circa 300-350mila unità, passando più o meno da 700mila alle attuali 400mila. Conseguenza diretta di ciò è una contrazione sensibile del gettito, contrazione che non è certo stata compensata dalle entrate ottenute tramite le nuove tasse sugli immobili. È necessario rendersi conto che far ripartire il mercato immobiliare è una priorità, dato che se questo settore si rimettesse in moto, sarebbe l’intero sistema economico a trarne beneficio.