L’esborso per le tredicesime e per gli acconti fiscali, si legge in un comunicato, ha creato seri problemi economici al punto che un numero enorme di microimprenditori (tra 800.000 e 1.000.000) non arriva “veramente” a maturare utili come uno stipendio medio, con conseguente caduta nella trappola dell’evasione allo scopo di trovare risorse per far sopravvivere la propria attività.
I tempi di pagamento sono addirittura rallentati perché, in vista dell’entrata in vigore dell’obbligo di saldare le fatture entro 30/60 giorni, le imprese committenti, solitamente maggiori, ritardano i pagamenti in corso per mantenere liquidità in portafoglio. Le banche poi hanno ulteriormente stretto la cinghia del credito, con riduzione fino al 20%.
Ma il dato che attesta la crisi delle piccole e microimprese italiane è anche quello relativo alle difficoltà nei pagamenti di bollette e affitti. Negli ultimi mesi circa 120.000 utenze (luce, gas, comunicazioni, ecc.) riferite ad attività aziendali sono state interrotte a causa dei mancati pagamenti delle bollette mentre 32.500 sono gli sfratti per morosità notificati negli ultimi sei mesi a microimprese, decretando di fatto la morte dell’attività.
“Siamo alla resa dei conti e il 2013 si annuncia davvero oscuro per le piccole imprese italiane che hanno consumato riserve e margini accumulati in anni di sacrifici – ha affermato il presidente Comitas, Francesco Tamburella – La ripresa e lo sviluppo non possono ignorare questa importante realtà, senza la quale l’economia italiana procederebbe a passo di lumaca”.
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