La Confael (Confederazione autonoma europea dei lavoratori), con il sostegno dell’Anaaf (Associazione nazionale agenti in attività finanziaria), ha presentato due esposti al Gpdp (Garante per la protezione dei dati personali) e alla Procura della Repubblica per traffico illecito di dati di pensionati e truffe, messi in atto sfruttando il meccanismo della cessione del quinto.
La Confederazione ha ricevuto delle segnalazioni da parte di alcuni pensionati che avevano subito dei raggiri o avevano notato che l’importo della pensione si era ridotto senza un motivo apparente. Gli addebiti sull’assegno venivano effettuati grazie alla cessione del quinto.
“Nella maggior parte dei casi ai pensionati erano stati offerti dei contratti di finanziamento a condizioni estremamente vantaggiose, nella realtà però le clausole erano ben diverse. In alcuni casi però, i poveri malcapitati non avevano sottoscritto nessun contratto, e la cessione del quinto era stata attivata a loro totale insaputa”, precisa il sindacato in un comunicato stampa.
La Confael ha quindi attivato il proprio comparto credito, che ha effettuato delle verifiche con una serie di operatori fidati del settore creditizio. È così risalito ad alcuni soggetti “che stanno cercando di vendere – pratica del tutto illecita, se l’interessato non ha prestato adeguato consenso al trattamento – i dati dei pensionati ai mediatori”. Il fenomeno “da quanto emerge al momento, sembra avere dimensioni vastissime, potenzialmente i malintenzionati potrebbero aver già ceduto i dati di oltre un milione di pensionati”.
“Siamo entrati in possesso di un campione di questi dati. I tabulati purtroppo sono molto dettagliati, e questo elemento induce a credere che il fenomeno sia quanto mai inquietante, perché i dati potrebbero essere stati sottratti in qualche modo alla Pubblica Amministrazione. Siamo certi che il Garante della Privacy e la Procura della Repubblica riusciranno a individuare i soggetti che stanno utilizzando questi dati in maniera illecita, e quindi anche a coloro che li hanno sottratti”, ha dichiarato Mauro Savi, segretario nazionale del comparto credito della Confael.
“Il ruolo di un sindacato è di essere accanto ai cittadini e purtroppo impone anche di vigilare su simili vicende. Bisogna sottolineare però che il processo di digitalizzazione, che finora ha snellito notevolmente l’attività della Pubblica Amministrazione, in questo caso ha semplificato la vita ai truffatori. Per visualizzare i cedolini della pensione ormai è necessario utilizzare lo Spid, il che richiede delle competenze digitali che la maggior parte dei pensionati non ha. Di conseguenza, in molti casi i pensionati si sono accorti della truffa solo a distanza di mesi”, ha aggiunto Domenico Marrella, segretario generale della Confael.