Confapi Milano, Galassi: “Per le Pmi è allarme credit crunch”

A fronte dei problemi di liquidità vissuti dalle Pmi – ha spiegato Paolo Galassi, presidente di Confapi Milano – il 49% degli imprenditori prevede di non dare vita nel 2012 a investimenti. La recessione economica comprime gli utili delle aziende e alimenta il circolo vizioso dei mancati o ritardati pagamenti che fanno venir meno la liquidità per affrontare l’ordinaria gestione“.

Ai clienti che non rispettano le scadenze di pagamento – spesso la PA e le grandi aziende – “si aggiungono le banche – continua Galassi – facendo così venir meno il tradizionale supporto alla crescita delle imprese. La prossima entrata in vigore delle regole previste da Basilea 3, non potrà che peggiorare la situazione”.

Il quadro tratteggiato dall’indagine ha evidenziato che lo scarso rating dell’azienda è la prima causa di criticità nel rapporto con gli istituti di credito. L’aspetto sorprendente è la scarsa trasparenza su questo tema da parte del sistema bancario che nel 46% dei casi non ha neppure reso noto il rating assegnato all’azienda e, quando lo ha comunicato, nell’81% dei casi non lo ha fatto per iscritto. A ciò si aggiunge il fatto che il rating viene calcolato sui dati di bilancio che da sempre non rappresentano in modo adeguato il valore e la capacità competitiva di una Pmi.

Bisogna superare le criticità evidenziate dal nostro sondaggio – conclude Paolo Galassi –.  I dati mettono in luce lo scollamento che si è verificato tra le strategie di mercato delle banche e le esigenze finanziarie delle piccole e medie imprese, per cui, chi ha cercato di resistere, di mantenere produzione e occupazione, si è spesso scontrato con modelli di intervento e investimento degli istituti di credito più orientati al grande capitale e alle grandi compagnie, poco attenti alle dinamiche imprenditoriali del territorio“.