Confcommercio: con l’inflazione sale anche il disagio sociale, +0,3% a ottobre

Confcommercio LogoA ottobre l’indice di disagio sociale calcolato dalla Confcommercio è salito al 17,6%, con un aumento dello 0,3% rispetto a settembre. Nel dettaglio il Mic (Misery Index Confcommercio) è un indicatore che nella formulazione attuale sottostima la disoccupazione estesa “in considerazione dell’impossibilità di enucleare il numero di scoraggiati e sottoccupati”.

In linea con quanto registrato nell’ultimo anno l’incremento è attribuibile alla dinamica dei prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto, che ad ottobre hanno registrato una variazione, su base annua, dell’8,9% a fronte dell’8,4% di settembre. Dinamiche che sono state solo in parte mitigate, in termini di disagio sociale, dai miglioramenti registrati sul versante dell’occupazione”, precisa l’analisi.

A ottobre 2022 il mercato del lavoro ha mostrato ulteriori progressi. Il numero di occupati è cresciuto per il secondo mese consecutivo (+82.000 unità su settembre). Il numero di persone in cerca di lavoro ha registrato una contenuta riduzione (-8.000 unità in termini congiunturali). “Queste dinamiche hanno comportato una contenuta riduzione del tasso di disoccupazione ufficiale (7,8%). A questa evoluzione si è associata, una riduzione degli inattivi (-62.000 unità su settembre). Nello stesso mese le ore autorizzate di cig sono state oltre 38,2 milioni, a cui si sommano oltre 5,8 milioni di ore per assegni erogati dai fondi di solidarietà. In termini di ore di CIG effettivamente utilizzate, destagionalizzate e ricondotte a Ula si stima che questo corrisponda a poco più di 74.000 unità lavorative standard. Il combinarsi di queste dinamiche ha determinato un tasso di disoccupazione esteso pari all’8,8%, dato in linea con quello dei mesi precedenti”, prosegue il report della Confcommercio.

A ottobre i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto hanno mostrato una variazione tendenziale dell’8,9%, in aumento rispetto all’8,4% del mese precedente. “Su questo andamento continua a pesare la dinamica dei prezzi degli alimentari. Le prime stime di novembre indicano una stabilizzazione dell’inflazione, che permane comunque su valori elevati, dato che appare prematuro leggere come l’inizio di una fase di rientro.  La progressiva erosione del reddito disponibile non potrà non incidere, nei prossimi mesi, sui comportamenti delle famiglie, amplificando i timori di un possibile rallentamento della domanda e di conseguenza della ripresa e dell’occupazione”, spiega. Elementi che, secondo la Confcommercio, potrebbero determinare un ulteriore ampliamento dell’area del disagio sociale nei primi mesi del 2023.