Confedercontribuenti ha chiesto una immediata ispezione e la revoca delle autorizzazioni da parte della Banca d’Italia per la Finom, banca olandese che utilizza come partner tecnologico la tedesca Solarisbank, attiva anche in Italia.
La richiesta deriva da una serie di segnalazioni da cittadini e imprese, che avevano subito la chiusura dei conti correnti, e da una successiva verifica da parte dell’associazione dei consumatori, che ha riscontrato un “comportamento poco trasparente della banca”.
Nel dettaglio, i clienti dell’istituto avevano denunciato all’associazione l’addebito di somme di denaro per fantomatici servizi contestualmente all’apertura del conto corrente, seguito dall’immediato blocco e disattivazione dei conti.
I fatti risalgono a circa un mese fa quando la Confedercontribuenti, dopo le segnalazioni dei cittadini e delle imprese, ha deciso di fare una verifica aprendo 2 conti correnti online, uno aziendale e uno personale.
“Regolarmente attivati, sul conto personale viene effettuato un versamento di 300 euro andato a buon fine. Contestualmente la banca avvisa che verrà effettuato un addebito di 516,05 euro per i servizi Finom, quota che comprende la tariffa di abbonamento per il piano Premium e tutti i servizi aggiuntivi utilizzati fino a oggi. Alla fine, della cifra richiesta, è stata solo addebitata la somma di 19 euro perché la stessa banca non ha dato la possibilità di effettuare bonifici per integrare la somma richiesta”, spiega l’associazione dei consumatori.
Confedercontribuenti ha potuto così verificare che da quel momento la banca stessa non permetteva di effettuare versamenti sul conto e di conseguenza non era nemmeno possibile prelevare i 300 euro precedentemente versati. “La banca ha quindi incassato la somma versata e subito dopo ha provveduto a congelare e bloccare il conto. La stessa banca ha avvisato tramite lettera che ‘dopo una verifica, e secondo la politica interna aziendale’ il conto sarebbe stato chiuso con effetto immediato”, prosegue l’associazione.
Sul conto corrente aziendale, regolarmente attivato, sono stati versati dei bonifici ma dopo qualche giorno ogni tentativo di accesso è risulta vano, perché il conto stesso “non esiste più”. Confedercontribuenti, più volte, ha cercato di contattare telefonicamente la banca per chiedere assistenza scoprendo che l’unico modo di contattare l’istituto di credito è attraverso il servizio clienti via chat, che tuttavia non offre alcuna soluzione.
“Tutto questo è veramente inaccettabile. L’operato di suddetta banca, la Finom risulta davvero poco trasparente come dimostrano i fatti. La prassi, verificata direttamente da Confedercontribuenti, ha colpito già molti cittadini e potrebbe ricadere su altri contribuenti, per questo, si tratta di tutelare i soldi dei cittadini italiani e delle imprese che vengono costantemente messi a rischio da tali meccanismi. Voglio evidenziare che alla fine, per la prova che abbiamo fatto, sono spariti 850 euro sul conto aziendale e 280 euro su quello personale. Pertanto chiediamo una immediata ispezione alla società in modo da controllare tutto il suo operato e chiediamo la revoca delle autorizzazioni da parte della Banca d’Italia affinché non vengano concesse licenze se tra le altre cose non viene fornito un numero telefonico”. denuncia il presidente di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro.