“Siano convinti che questi risultati li abbiamo ottenuti perché è stata importante la concertazione tra associazioni, confidi, enti e istituzioni. Perché – ha spiegato nel suo intervento Teresa Pellegrino, direttore Co.Fidi Puglia – un sistema funziona quando si fanno gli interessi del territorio. CoFidi Puglia è il primo 107 del Sud continentale e questo è un grande punto di orgoglio per noi e anche per le imprese socie Co.Fidi, che oggi sono quasi 10mila. Siamo nati a luglio 1996 da una fusione di 5 cooperative di garanzia e un Consorzio Fidi: da 2433 soci nel 2000, siamo passati a 8.500 nel 2005, a 9.400 nel 2010 e a 9.746 a giugno 2012. La crescita di Co.Fidi, accreditato al Fondo Centrale di Garanzia, è stata sicuramente importante; ad oggi abbiamo110 milioni di euro di garanzie in essere, tenuto conto che avevamo quasi 60 milioni nel 2009, quasi 80 milioni nel 2010. A fronte di questo, abbiamo un patrimonio elevato: quasi 25 milioni di fondi garanzia depositati in Istituti bancari”.
Secondo il direttore di Co.Fidi Puglia, “questa crescita è dovuta soprattutto al grande impegno della Regione Puglia che ha messo a disposizione dei confidi quasi 50 milioni di euro, dei quali 13 milioni di euro sono andati a Co.Fidi Puglia. A fronte dei 13 milioni sono stati concessi 165 milioni di euro di finanziamenti alle imprese, di questi 120 milioni gia’ erogati”. Ad oggi, ogni tre mesi la Banca d’Italia verifica se il patrimonio di vigilanza è sufficiente a garantire i finanziamenti in essere. “L’esperienza e la professionalita’ ci ha permesso negli anni di accompagnare migliaia di imprese nell’accesso al credito. Ma il risultato di Co.Fidi è soprattutto stato raggiunto grazie alla CNA che ha creduto in noi”.Al centro della tavola rotonda l’intervento di Luca Celi, presidente di Co.Fidi Puglia: “Stanno entrando sul mercato del credito aziende medio-grandi che prima erano capaci di fare autofinanziamento, così vengono marginalizzate le più piccole imprese, quelle che hanno meno soldi. Corriamo il rischio, in questa fase, che una parte consistente delle piccole e medie imprese esca dal circuito della bancabilità e cada nelle mani di chi oggi ha l’unica liquidità facile che è la criminalità, l’usura”.
Come sistema complessivo, “bancheconsorzi fidi e istituzioni, dobbiamo riuscire a dare una risposta a queste nuove e relativamente grandi imprese che entrano nel meccanismo della garanzia avendo piu’ fondi e professionalita’, ma dobbiamo anche iniziare a ragionare, e la Regione ha fatto prima mossa con il microcredito, e capire che c’è questa fascia di espulsione di piccole imprese dal mercato del credito che deve avere la nostra attenzione e garanzia. Questo richiede a una struttura come la nostra di diventare più grandi, più forti capaci anche di dire di no: fino a 2 anni fa quasi tutte le nostre pratiche erano inoltrate alle banche e avevano un tasso di rifiuto del 50%. Oggi tagliamo noi il 50% delle richieste che ci giungono e poi abbiamo un risultato dell’85-90% nell’accoglimento dopo”.
“E’ positivo dire no alle aziende che non hanno condizioni per accedere al credito, se però – ha sottolineato ancora il presidente di Co.Fidi – realizziamo una strategia di accompagnamento a quelle stesse imprese perche’ possano riproporsi in condizioni migliori successivamente: quella che viene chiamata l’assistenza finanziaria di base e che credo sia una delle caratteristiche vere da sviluppare, tra consorzi fidi e associazioni, perché le imprese hanno bisogno di accompagnamento, non solo di giudizio. Ma dobbiamo anche ampliarci: abbiamo aperto a Lecce, a Foggia apriremo credo entro fine anno e stiamo andando fuori dal territorio regionale”, in quanto Unico 107 nel Sud continentale. Inoltre, Co.Fidi Puglia è unico soggetto accreditato dal MedioCredito Centrale a decidere su un’azienda che vuole accede al Fondo Centrale di Garanzia, “è abilitato alla procedura semplificata, per cui la concessione della controgaranzia del medio Credito e’ una presa d’atto del nostro processo istruttorio”.
Non meno importante in questo quadro è la “vicinanza alle aziende anche fisica, perché le informazioni su un imprenditore si acquisiscono anche annusando l’aria, sentendo i suoi interlocutori d’affari, e questo lo si fa se si e’ presenti sul territorio: questo è il legame con le associazioni di categoria”, cioè è “la condizione per dare credito sapendo che c’è una parte di valutazione dell’individuo e del suo progetto che è fatta conoscendo l’entroterra culturale e morale in cui opera”.
Nella crescita di Co.Fidi , un importante ruolo lo riveste la Regione Puglia che, in controtendenza, da anni ha attuato una politica a sostegno non solo dei fondi rischi dei consorzi fidi, ma anche della loro crescita organizzativa e patrimoniale usando le uniche risorse presenti; quelle comunitarie.
“Oggi siamo in grado proprio per questo – ha continuato il presidente – di svolgere un ruolo molto più accentuato con una dotazione patrimoniale che e’ al 19, 21% e per Banca d’Italia, il cui limite è il famoso 6%, con un sovradimensionamento della nostra capacità patrimoniale che ci permette di crescere. Intanto, la Regione Puglia ha appena chiuso un ulteriore bando, e con questo vogliamo consolidare questa nostra capacità” in un territorio ancora attrattivo come quello pugliese.
Al dibattito sono intervenuti: Stefano Dell’Atti, Direttore Scientifico del CeSAC e Ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari Università di Foggia, Pasquale di Biase, Ricercatore di Economia degli Intermediari Finanziari Università di Foggia, Alessandro D’Oria, Presidente Commissione Regionale Abi Puglia, Antonio De Vito, Direttore Generale Puglia Sviluppo S.p.A. e Pasquale Orlando, Dirigente alle politiche per lo sviluppo economico Regione Puglia.