Il contributo del consulente all’educazione finanziaria e all’educazione alla finanza sostenibile degli investitori potrebbe rafforzare l’affidamento al consulente e la relazione tra questi e i propri clienti. A sottolinearlo è il Rapporto 2024 sulla relazione consulente-cliente, realizzato dalla Consob (Commissione nazionale per le società e la Borsa) in collaborazione con l’Università degli Studi Roma Tre – dipartimento di Economia Aziendale, che analizza la relazione consulente-cliente allo scopo di cogliere eventuali distonie informative e conoscitive.
L’edizione 2024 si è rivolta in particolare all’analisi delle scelte di investimento in relazione ai temi della sostenibilità. L’indagine, condotta con il metodo della “mirroring survey”, si propone di verificare – tramite la somministrazione di un questionario – la qualità della relazione tra consulente finanziario e l’investitore suo cliente, per studiare le concordanze e le differenze di conoscenza e comportamento tra i due soggetti.
Sintonia più elevata su obiettivi e propensione al rischio
Una sintonia più elevata emerge nella rilevazione delle informazioni relative all’approccio agli investimenti (in termini di atteggiamento verso il rischio e obiettivi perseguiti, ad esempio) e alla fruizione del servizio di consulenza (con riferimento ai benefici percepiti derivanti dall’interazione con il consulente, ad esempio), mentre le distonie più rilevanti si registrano quando si giunge a esplorare i driver dell’investimento sostenibile (ossia i fattori che possono incidere sulla propensione verso tale tipologia di investimento, quali ad esempio, l’informazione disponibile, la gamma di prodotti offerta, le prospettive di rendimento).
In particolare, un sostanziale allineamento – con indicatori di matching prossimi allo 0,8 – si registra quando clienti e consulenti vengono intervistati in merito a orizzonte temporale, avversione al rischio e alle perdite; nel complesso, i consulenti si mostrano consapevoli della propensione degli investitori verso impieghi di medio-lungo termine e della loro attitudine a ragionare in un’ottica di portafoglio e ad accettare temporanee contrazioni del valore del capitale investito alla luce delle prospettive di rendimento di lungo periodo.
Le tre sezioni del report
Il Rapporto 2024 sulla relazione consulente-cliente si compone di tre sezioni.
Nella prima sezione dedicata all’interazione consulente-cliente e l’approccio all’investimento si registrano gli elementi di fiducia che legano i due soggetti. Ci si affida al consulente per la sua competenza, è l’indicazione che viene dal 68,5% degli investitori. La maggior parte degli investitori dichiara di preferire un orizzonte temporale di medio-lungo termine; la propensione verso le scadenze brevi è indicata dal 19% dei clienti. Quasi il 60% dei clienti potrebbe sopportare perdite nel breve periodo a fronte di buone prospettive nel lungo termine; il 32% è incline ad assumere rischi elevati su una quota contenuta dei propri investimenti e solo il 10% dichiara di non tollerare la possibilità di subire una sia pur minima perdita del capitale investito.
La seconda sezione del Rapporto 2024 è dedicata al tema degli investimenti sostenibili: conoscenza e diffusione. Oltre il 60% degli investitori risponde correttamente alle domande volte a valutare la conoscenza dei fattori ESG, delle obbligazioni verdi e del concetto di greenwashing.
La terza sezione del Rapporto 2024 è dedicata ai driver dell’investimento sostenibile. E qui emergono le distonie più rilevanti tra consulente e investitore. I professionisti appaiono inclini a sottostimare la percezione che i clienti hanno dell’inadeguatezza della gamma di opzioni disponibili per orientare il proprio investimento sui fattori ESG. La maggior parte dei consulenti intervistati considera il momento della rilevazione delle preferenze dei clienti rispetto ai fattori ESG come un’opportunità per sensibilizzare la clientela verso i temi ambientali, sociali e di buon governo societario o come un’occasione di dialogo con i propri clienti.