Cosa c’è da aspettarsi sull’andamento dei tassi di interesse dei mutui nei prossimi mesi? In attesa della riunione del consiglio direttivo della Bce, fissata per il 28 ottobre, Credipass ha diffuso le sue previsioni nell’Osservatorio tassi del terzo trimestre 2021. Secondo il report della società di mediazione creditizia, gli operatori finanziari prevedono che l’Euribor resterà stabile ai livelli attuali almeno fino a fine anno e forse anche il prossimo anno; mentre possiamo aspettarci un leggero rialzo degli indici Eurirs per il quarto trimestre 2021.
Euribor invariato dal 2015
L’Euribor è il tasso al quale sono ancorati i mutui a tasso variabile ed è un parametro legato alla politica monetaria stabilita dalla Banca centrale europea. “Nel corso di ogni riunione della Bce, il Consiglio direttivo decide il tasso di riferimento della Bce – precisa l’osservatorio di Credipass -. Attualmente il cosiddetto tasso Refi (da refinance o rifinanziamento) è fissato a 0,00% ed è invariato dal 2015. Negli ultimi anni, il tasso Bce è rimasto stabilmente ai minimi storici proprio per agevolare l’accesso al credito da parte di chi intende contrarre un debito. Da allora, le varie scadenze dei tassi Euribor sono sempre state inferiori alla soglia dello zero”. I futures sull’Euribor, che definiscono le aspettative degli operatori finanziari sull’andamento dei tassi dei mutui, “rivelano che l’indice rimarrà stabile agli attuali livelli da qui a fine anno e probabilmente anche per tutto il 2022”.
Eurirs, previsioni più complesse
Le previsioni sull’andamento del tasso dei mutui fissi risultano più complesse, perché l’Eurirs presenta un legame più stretto con gli strumenti obbligazionari di pari durata come il Bund tedesco, storicamente considerato il benchmark più affidabile a livello europeo. Inoltre, gli indici Eurirs si basano anche sulle stime sull’inflazione dell’Eurozona.
Per individuare gli scenari futuri del parametro IRS si possono verificare i dati sull’inflazione. “Secondo le più recenti stime di Eurostat, il tasso di inflazione nell’area Euro, a settembre, è salito al 3,4%, in aumento rispetto al 3% di agosto. In Italia, il tasso è del 2,6% secondo l’ultima rilevazione di Istat. L’inflazione dunque continua ad accelerare e si porta così ad un livello che non si registrava da ottobre 2012. Di conseguenza, è prevedibile auspicarsi un leggero rialzo degli indici Eurirs nel periodo del quarto trimestre 2021”, si legge nel report.
La Banca centrale europea, ricorda Credipass, ha recentemente stabilito nuove regole sull’incidenza del tasso di riferimento rispetto al valore dell’inflazione. In passato, lo statuto della Bce prevedeva che i tassi di interesse non sarebbero aumentati fino a quando il dato dell’inflazione non avesse raggiunto un livello di poco inferiore al 2%. Lo scorso luglio, però, la Banca centrale europea ha annunciato che avrebbe adottato nuove misure monetarie, che potranno considerare periodi transitori in cui l’inflazione possa superare il target del 2%, senza dover necessariamente alzare i tassi di interesse. “Di fatto, la mossa della Bce giustifica il mantenimento dell’attuale politica monetaria nonostante l’inflazione sia in salita. L’istituto presieduto da Christine Lagarde, inoltre, ha anticipato che intende considerare nel dato dell’inflazione anche i costi dell’immobiliare residenziale”, specifica.
Analizzando le ultime decisioni prese dalla Bce e ascoltando le recenti dichiarazioni da parte di vari esponenti del board della Banca centrale europea, secondo Credipass, “restano pochi dubbi sul fatto che i tassi rimarranno bassi a lungo, e questo sarà un vantaggio per i titolari di un mutuo a tasso variabile, così come per chi ha intenzione di acquistare casa sottoscrivendo un nuovo mutuo ipotecario, sia a tasso fisso che a tasso variabile”.
La società di mediazione creditizia non si aspetta decisioni di politica economica importanti nella prossima riunione del board della Bce. Gli analisti finanziari sono infatti concentrati sui successivi incontri che si terranno tra settembre e la fine dell’anno, nella “speranza che in quel periodo si potrà avere una visione più ampia rispetto alla situazione pandemica in modo da delineare con più chiarezza gli scenari futuri sul fronte dei tassi di interesse e dell’economia dell’Eurozona in generale”.