“Nel campo dei crediti deteriorati, il mercato italiano è da prendere come esempio per come ha saputo trovare efficaci soluzioni di mercato”. Con queste parole l’amministratore delegato del gruppo Prelios e di Prelios Credit Servicing, Riccardo Serrini, ha aperto oggi la sua audizione in Commissione di inchiesta bicamerale sul sistema bancario e finanziario in merito ai modelli di business degli operatori attivi nel mercato degli npl (non performing loans, prestiti non performanti) e degli utp (unlikely-to-pay, inadempienze probabili).
Serrini ha ricordato come in Italia, a fine 2015, il totale degli npl fosse arrivato a toccare la soglia dei 200 miliardi di euro, a cui si aggiungevano utp per ulteriori 130 miliardi, con un valore complessivo di oltre 330 miliardi di euro di crediti bancari. “Nel primo trimestre del 2020, questo stock di sofferenze si era ridotto significativamente a 68,4 miliardi di euro di npl e gli utp erano scesi a 61 miliardi – ha aggiunto -. Un notevole contributo è stato dato dalle cessioni di npl con garanzia pubblica Gacs, che hanno aiutato a trasferire grandi portafogli dai bilanci bancari a quelli degli investitori e dei servicer che li hanno in gestione”.
Ha poi sottolineato come all’attenzione dei regolatori comunitari non vi sia solo la Gacs, che ha rilanciato le operazioni di cartolarizzazione pubblica, ferme da quasi dieci anni, ma anche soluzioni italiane volte allo sviluppo del mercato secondario, tramite piattaforme digitali come Blinks, sviluppata dal gruppo Prelios, che è stata citata come benchmark da Commissione Ue, Bce ed Eba.
Si è poi soffermato sulle iniziative allo studio in diversi Paesi europei per estendere il meccanismo anche ai crediti utp. “Di sicuro, alcuni Governi stanno seguendo quello che abbiamo fatto in Italia: un meccanismo molto simile alla Gacs viene utilizzato in Grecia, per alcuni aspetti anche con soluzioni più innovative, perché la garanzia è stata estesa anche agli utp e non soltanto agli npl come in Italia – ha dichiarato -. Anche il governo tedesco, a quanto risulta, sta studiano meccanismi simili. Sicuramente anche il sistema bancario italiano potrebbe trarre grande beneficio dall’estensione della Gacs anche agli utp, in quanto le inadempienze probabili riguardano la “carne viva” del sistema Paese: aziende che possono essere riportate in carreggiata, salvate dal fallimento, con evidenti benefici per l’occupazione e le loro filiere. Il gruppo Prelios, nonostante l’emergenza covid19, chiuderà il 2020 avendo riportato in bonis 400 imprese”.
Ha inoltre affermato che dare al mercato gli strumenti per supportare lo sviluppo di un settore già molto competitivo ed efficiente è importante per affrontare la nuova ondata di crediti deteriorati. “Questo deve assolutamente essere supportato da una semplificazione e una maggiore efficienza della macchina della giustizia – ha concluso Serrini -. I tempi medi italiani per la chiusura di fallimenti e procedure in generale sono infatti più che doppi, e in alcuni casi più che tripli, rispetto alle medie europee, anche di Paesi come Spagna e Grecia. Questo si traduce in un costo molto alto per il sistema bancario, perché il valore degli npe (non performing exposures, ovvero la somma di tutte le tipologie di crediti distressed) è anche una funzione del costo finanziario del tempo, ed esiste una chiara correlazione inversa tra la crescita del Pil di un Paese e le masse di npe”.