A febbraio il totale dei prestiti all’economia ha fatto registrare una crescita dello 0,6%, con un deciso miglioramento rispetto al meno 0,2% del mese precedente. Anche il totale dei finanziamenti in essere a famiglie e imprese ha presentato una variazione lievemente positiva (più 0,04%) nei confronti di febbraio 2015, in aumento rispetto al meno 0,6% del mese precedente e migliore rispetto al meno 4,5% di novembre 2013, quando aveva raggiunto il picco negativo ed è ritornato sui valori di aprile 2012. Lo rileva l’Abi nel suo rapporto mensile.
Secondo l’Associazione bancaria italiana, sulla base degli ultimi dati ufficiali disponibili, relativi a gennaio 2016, l’ammontare complessivo dei mutui in essere delle famiglie ha registrato un variazione positiva dello 0,8% nei confronti di fine gennaio 2015, confermando, pertanto, la ripresa del mercato dei mutui. Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, ad oggi i prestiti all’economia sono passati da 1.673 a 1.826,8 miliardi di euro, quelli a famiglie e imprese da 1.279 a 1.414 miliardi di euro.
Sempre a febbraio, i tassi di interesse sui prestiti si sono posizionati in Italia su livelli ancora più bassi. Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è attestato al 2,40% toccando il minimo storico (2,49% il mese precedente; 5,72% a fine 2007). Sul totale delle nuove erogazioni di mutui circa i due terzi sono mutui a tasso fisso. Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è collocato all’1,90%, 2,03% il mese precedente (5,48% a fine 2007). Il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,20%, toccando il minimo storico (3,25% il mese precedente; 6,18%, prima della crisi, a fine 2007).
Le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni già effettuate dalle banche) a fine gennaio 2016 sono pari a 83,6 miliardi di euro rispetto agli 89 miliardi di dicembre, in diminuzione di oltre 5 miliardi di euro. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è risultato pari al 4,64% a gennaio 2016 dal 4,94% di dicembre 2015 (4,50% a gennaio 2015; 0,86%, prima dell’inizio della crisi).
I depositi sono aumentati di 44,5 miliardi di euro rispetto all’anno precedente (su base annua, +3,5% in lieve accelerazione rispetto al +3,3% di gennaio), mentre diminuisce, su base annua, la raccolta a medio e lungo termine cioè tramite obbligazioni, (a febbraio 2016: -14,4%, segnando una diminuzione su base annua in valore assoluto di 62,3 miliardi di euro). L’andamento della raccolta complessiva (depositi da clientela residente + obbligazioni) registra a febbraio 2016 una variazione su base annua di -1%. Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, ad oggi la raccolta da clientela è passata da 1.513 a 1.678,2 miliardi di euro, segnando un aumento, in valore assoluto, di circa 165,5 miliardi.
Il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e società non finanziarie) in Italia si è collocato all’1,14% (1,16% il mese precedente; 2,89% a fine 2007). Il tasso praticato sui depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito) si è attestato allo 0,49% (0,50% il mese precedente), quello sui PCT a 1,31% (1,26% il mese precedente). Il rendimento delle obbligazioni è risultato pari al 2,94%, 2,94% anche il mese precedente.
Lo spread fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie permane su livelli particolarmente bassi, a febbraio 2016 è risultato pari a 206 punti base (209 punti base il mese precedente). Prima dell’inizio della crisi finanziaria tale spread superava i 300 punti (329 punti % a fine 2007).