Credito al consumo: controllo dell’UE su siti internet. Il 70% non rispetta le norme europee

Lo scorso 10 gennaio nella sezione news del sito dell’Unione Europea (http://europa.eu/news/) sono apparsi i risultati di una ricerca condotta su 562 siti internet di credito al consumo in 29 Stati (i 27 membri, Norvegia e Islanda). Un’indagine, guidata dalla UE e svolta dalle autorità nazionali, che ha voluto verificare se i consumatori ricevessero tutte le informazioni cui hanno diritto in virtù delle norme europee prima di firmare un contratto di credito. Da quanto risulta, solo il 30% ha superato la prova di verifica delle norme comunitarie sui consumatori, mentre il  70% sarà invece sottoposto a nuovi accertamenti.

Infatti, ben 393 siti necessitano di ulteriori controlli da parte delle autorità a causa di tre problematiche non chiare: la pubblicità, priva delle informazioni standard prescritte; le offerte, prive di informazioni essenziali per prendere una decisione; i costi, presentati in modo fuorviante.

John Dalli, commissario UE per i consumatori, ha osservato: “Quando si vuole un credito, può talora capitare che alla fine esso costi più quanto inizialmente preventivato, per imprecisione o mancanza di informazioni importanti. Il credito al consumo – ha aggiunto –  non è sempre di facile comprensione: per questo esiste una legislazione europea che aiuta i consumatori a prendere delle decisioni fondate. Occorre quindi che le imprese offrano ai consumatori le informazioni necessarie in modo corretto”.

La carenza di informazioni nella pubblicità del credito al consumo investe 258 siti web, pari al 46% di quelli controllati: la pubblicità non contiene tutte le informazioni richieste dalla direttiva sul credito al consumo, come il Taeg o la durata del contratto di credito.

Altro problema è l’omissione di informazioni fondamentali sull’offerta: 244 siti web, pari al 43%, non contengono informazioni chiare su tutti i vari elementi del costo totale, come il tipo di tasso d’interesse, la durata, alcuni costi connessi al credito. In 116 siti web, invece, è stata riscontrata una presentazione fuorviante dei costi: erano esposti in modo falso o ingannevole, per cui ad esempio il consumatore non era informato che esisteva l’obbligo di un’assicurazione aggiuntiva, oltre al costo del credito al consumo.

Le autorità nazionali – invitate a riferire alla Commissione europea entro l’autunno – chiederanno conto a istituzioni finanziarie e intermediari del credito delle presunte irregolarità, chiedendo loro chiarimenti o correzioni ai siti. A seconda della legislazione nazionale applicabile, la mancata risposta alle indicazioni fornite potrà variare dalla multa fino alla chiusura del sito. Nell’ambito dell’indagine, 6 paesi (Italia, Estonia, Lettonia, Lituania, Slovacchia, Svezia) hanno condotto uno studio più approfondito su 57 siti controllati: i principali problemi rilevati erano connessi all’informazione precontrattuale e ai termini dei contratti.