Credito, Crif: ad agosto domanda di prestiti da parte delle famiglie in aumento del 6,3%

Crif LogoAd agosto le richieste di prestiti da parte delle famiglie italiane ha fatto registrare una crescita del 6,3% su base annua (in valori ponderati, cioè al netto dell’effetto prodotto dal differente numero di giorni lavorativi). I finanziamenti finalizzati all’acquisto di beni e servizi, trainati dalla parziale ripresa dei consumi dopo una prolungata fase di debolezza, hanno determinato la performance positiva dell’intero comparto in virtù di un incremento del 19,5%, compensando la flessione dei prestiti personali, risultati in contrazione del 7,8%. È quanto emerge dall’ultima edizione del Barometro di Crif.

Valutando la dinamica in atto sulla base del dato cumulato relativo ai primi 8 mesi dell’anno in corso, l’analisi mostra che la domanda complessiva di prestiti da parte delle famiglie si caratterizza per una crescita del 7,8% rispetto al corrispondente periodo del 2014, non riuscendo però a colmare per intero il gap rispetto agli anni precedenti.

DOMANDA DI PRESTITI (numero di richieste) a gennaio-agosto 2015 – a parità di giorni lavorativi

DOMANDA DI PRESTITI (numero di richieste) a parità di giorni lavorativiVar. %
gennaio-agosto 2015 su gennaio-agosto 2014
Var. %
gennaio-agosto 2015 su gennaio- agosto 2013
Var. %
gennaio-agosto 2015 su gennaio-agosto 2012
Var. %
gennaio- agosto 2015 su gennaio- agosto 2011
Var. %
gennaio-agosto 2015 su gennaio-agosto 2010
Gennaio-agosto+7,8%+1,2%-1,1%-7,4%-10,0%

Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie

Entrando maggiormente nel dettaglio, il numero di richieste relative ai prestiti finalizzati all’acquisto di auto, moto, arredo, elettronica, elettrodomestici e altri beni e servizi finanziabili (tra i quali viaggi, spese mediche, palestre), nei primi 8 mesi dell’anno ha fatto segnare un aumento complessivo del +13,1% rispetto al pari periodo del 2014.

Relativamente ai prestiti personali, la variazione del numero di richieste presentate alle aziende di credito nel periodo di osservazione risulta, invece, decisamente più contenuto, con un +2,1% rispetto ai primi 8 mesi dello scorso anno. Piuttosto, va segnalato come per questa forma tecnica, che prevede tipicamente importi più elevati e durate più lunghe, si tratti della terza rilevazione consecutiva con segno negativo, che va ad interrompere un trend di crescita che perdurava da un anno.

Il grafico seguente mette bene in evidenza l’andamento difforme negli ultimi mesi della domanda di prestiti personali a confronto con quella dei prestiti finalizzati.

L’analisi di Crif evidenzia anche come le richieste di prestiti (nell’aggregato di prestiti personali + finalizzati) si siano prevalentemente orientate verso importi contenuti, tanto che la classe prevalente è risultata essere quella inferiore ai 5.000 euro, che ha caratterizzato 1 domanda su 2 (il 51% del totale, per la precisione). Relativamente ai prestiti finalizzati il peso di questa fascia di importo è risultato pari addirittura al 68,4% del totale.

Nel mese di agosto l’importo medio dei prestiti richiesti si è attestato a 7.368 euro, in crescita del +5% rispetto allo stesso mese del 2014 ma ben distante dai valori registrati negli anni pre-crisi, segno della perdurante prudenza che ancora caratterizza i comportamenti delle famiglie nel tentativo di rendere quanto più possibile lieve il peso delle rate rispetto al reddito disponibile.

La dinamica relativa all’aggregato di prestiti finalizzati + prestiti personali nel corso degli ultimi anni è rappresentata nel grafico che segue.

Risultano però difformi le performance delle due forme tecniche considerate: per i prestiti finalizzati l’importo medio rilevato nel mese di agosto 2015 è risultato pari a 4.397 euro (+7% rispetto al valore dell’agosto 2014), mentre per i prestiti personali si è attestato a 11.510 euro (+14%).

Analizzando la domanda di prestiti sulla base della durata del finanziamento, per i prestiti finalizzati è stata la classe inferiore a 1 anno a risultare la preferita dagli italiani, con una quota pari al 32,6% del totale. Nel caso dei prestiti personali, invece, è stata quella di durata superiore ai 5 anni ad aver fatto registrare il maggior numero di richieste, con una incidenza del 39,1%.

Nella parte finale il Barometro di Crif riserva uno spazio alla distribuzione della domanda di prestiti per età dei richiedenti: ancora una volta sono state le classi centrali, ovvero quella compresa tra i 35 e 44 anni e quella tra i 45 e 54 anni, ad aver presentato il maggior numero di richieste di prestito, rispettivamente con il 24,6% e il 25,8% del totale.

Va per altro segnalato come nel periodo di osservazione risulti in lieve calo il peso dei richiedenti più giovani (tanto gli under 24 quanto quelli di età compresa tra i 25 e i 34 anni), plausibilmente a causa della perdurante debolezza del mercato del lavoro che solo recentemente sta cominciando a evidenziare segnali di recupero.

Classe Età% Dati Anno Corrente
18-24 anni4,8%
25-34 anni17,2%
35-44 anni24,6%
45-54 anni25,8%
55-64 anni16,6%
65-74 anni9,6%
Oltre 74 anni1,4%

Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie

“L’outlook positivo per il 2015 sta contribuendo a migliorare progressivamente il clima di fiducia e a riavvicinare i consumatori al mercato del credito, dove le condizioni di offerta risultano più distese sia grazie alla liquidità disponibile sia sul fronte dei tassi di interesse all’erogazione – ha sottolineato Simone Capecchi, direttore sales & marketing di Crif -. Il consolidamento delle tendenze rilevate nella prima parte del 2015 è destinato a favorire ulteriormente la crescita della domanda di prestiti già a partire dai prossimi mesi malgrado il permanere di elementi di cautela che potranno incidere tanto sulle decisioni di ricorso al credito da parte delle famiglie quanto sulle politiche di offerta, inevitabilmente attente al controllo del profilo di rischio della clientela. Le aziende di credito saranno quindi chiamate a sostenere i consumi accompagnando questi segnali positivi che arrivano dai consumatori In particolare dovranno rivedere le politiche di gestione del portafoglio, adottando nuovi processi e valutando in maniera differente, rispetto a quanto fatto fino ad oggi, i clienti già affidati, guardandoli attraverso ‘nuove dimensioni’ basate sui patrimoni informativi che vanno al di là di quelli interni”.