Credito: per le imprese femminili meno prestiti e condizioni peggiori

La prima evidenza che emerge dal rapporto è dunque relativa alle difficoltà nell’ottenimento del credito da parte delle imprese femminili, che risultano nettamente maggiori rispetto al resto delle Pmi. Come spiegato da Patrizia Di Dio, presidente di turno della Rete: “Abbiamo ritenuto fondamentale avviare questo osservatorio per dotarci di dati e di strumenti di indagine a supporto del delicato rapporto tra le nostre imprese e il mondo del credito in un momento economico estremamente difficile e di grande fragilità. E da questa prima indagine emerge quello che denunciamo da tempo, ovvero maggiori difficoltà di accesso al credito e condizioni più gravose per le imprese femminili. Ciò tradisce un atteggiamento pregiudizievole da parte del mondo bancario nei confronti delle imprenditrici, peraltro non basato da reali maggiori problematiche delle imprese femminili che anzi si dimostrano più affidabili. Chi soffre ancor di più sono le imprese di dimensione minore e le imprese al Sud. Oltretutto le differenze nel secondo trimestre rivelato si allargano purtroppo sempre più significativamente”.

La quota delle imprese femminili (fino a 49 addetti) che nel primo trimestre 2013 si sono recate in banca per chiedere credito, si legge nell’indagine, è risultata più bassa di quella registrata presso il resto delle imprese italiane fino a 49 addetti (10,5% contro il 12,0%) e più bassa di quella registrata nella precedente rilevazione (12,6%).

La percentuale delle imprese che hanno visto accolta la propria richiesta di credito con un ammontare pari o superiore, si riduce dal 23,8% al 17,1% (contro il 25,0% del totale delle imprese), mentre l’area di irrigidimento (percentuale delle imprese che hanno visto accolta la propria richiesta di credito con un ammontare inferiore a quello richiesto sommate a quelle che hanno visto respinta la propria richiesta) cresce dal 54,0% al 61,9% (contro il 45,1% del totale delle imprese).

Le imprese femminili che nel corso del primo trimestre 2013 si sono recate in banca per chiedere credito, prosegue lo studio, sono diminuite rispetto alla precedente rilevazione e sono in percentuale meno delle altre imprese e, tra quelle che fanno domanda, si registra una percentuale più elevata (e in crescita) di risposte negative.

Prendendo in considerazione le finalità che spingono le imprese gestite da donne a richiedere un finanziamento, non si riscontrano differenze rilevanti rispetto alle altre aziende italiane. Le richieste di prestiti sono legate nell’80,1% dei casi a esigenze di liquidità e cassa, nel 16,5% a investimenti e nel 3,4% a ristrutturazione di debiti già in essere.

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