Cribis: liquidazioni giudiziali salite del 20% nel III trimestre 2024. Ma in calo rispetto al periodo pre covid

Cribis a Crif Company LogoNel terzo trimestre 2024 le liquidazioni giudiziali sono salite del 20,2% rispetto allo stesso periodo del 2023, attestandosi a 1.878. Un valore comunque inferiore rispetto al periodo pre-covid: nel 2019 le aziende in liquidazione nel terzo trimestre erano state 2.328. È quanto emerge dall’Analisi sulle liquidazioni giudiziali aggiornata al 30 settembre 2024, realizzata da Cribis, società del gruppo Crif specializzata nel fornire informazioni, soluzioni e consulenza alle imprese.

Sono due i trend che caratterizzano i primi nove mesi del 2024. Da un lato, il numero delle liquidazioni giudiziali è in aumento rispetto all’anno precedente. Dall’altro, questo valore è ancora inferiore se lo confrontiamo con i livelli del periodo pre-Covid. Assistiamo dunque ad un processo di progressiva stabilizzazione in cui le performance delle aziende italiane sono inevitabilmente condizionate, in particolare, dalle tensioni geopolitiche e dall’andamento dell’inflazione”, dichiara Marco Preti, amministratore delegato Cribis.

Nel III trimestre i concordati preventivi sono stati 71, in diminuzione rispetto ai 94 del trimestre precedente, ma in aumento del 18,3% rispetto al terzo trimestre 2023. Sebbene ci sia stato un aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, i numeri sono ancora lontani rispetto al periodo pre-covid: nel III trimestre del 2019 erano stati 109 i concordati preventivi.

Le regioni che hanno registrato il maggior numero di liquidazioni giudiziali nel terzo trimestre del 2024 sono la Lombardia (401), il Lazio (206) e il Piemonte (181), mentre le aree geografiche con il minor numero di imprese in liquidazione sono Trentino-Alto Adige (14), Basilicata (12), Molise (5). In Valle d’Aosta non si registrano casi di imprese in liquidazione in questo periodo.

Per quanto riguarda i settori con il maggior numero di società in liquidazione giudiziale, è il commercio quello che soffre maggiormente (589), seguito dai servizi (413), dall’edilizia (372) e dall’industria (334).