Questo dato risulta oltremodo significativo se si considera che i furti a danno degli istituti di credito nello stesso periodo sono state circa 1.100 (fonte Ossif).
Ragguardevole anche l’impatto economico di questo fenomeno criminale: 1 frode su 4, infatti, ha prodotto un bottino superiore a 10.000 euro. Sono però state quelle di importo inferiore ai 3.000 € ad aver fatto registrare l’incremento più consistente, con un +10% rispetto all’anno precedente, anche perché i finanziamenti di piccolo importo, specie se erogati non allo sportello ma presso esercenti e punti vendita, sono quelli che si caratterizzano per tempi di erogazione più rapidi e controlli meno sofisticati.
Per altro, le previsioni degli esperti di Crif contenute nell’Osservatorio sono di una ulteriore crescita anche per l’anno in corso: per il 2012, infatti, l’aspettativa è di una escalation di frodi perpetrate con tecniche ancora più sofisticate, come ad esempio l’utilizzo congiunto di strumenti di finanziamento e di pagamento cross-market per un rapido riciclaggio.
“I dati che emergono dal nostro Osservatorio purtroppo confermano che il fenomeno delle frodi creditizie non è assolutamente in crisi e, anzi, si sta facendo sempre più sofisticato. Tra i motivi per cui si cade facilmente vittima di frode creditizia tramite furto d’identità – spiega Maria Luisa Cardini, senior business consultant di Crif – indubbiamente bisogna citare l’estrema facilità che i criminali hanno nell’accedere a informazioni personali e riservate altrui, attraverso documenti cartacei o in formato digitale ma anche grazie all’enorme diffusione dei profili scaricabili dai social network. In effetti, è più semplice di quanto si possa pensare carpire le informazioni necessarie per ricostruire il codice fiscale e alcuni dati anagrafici di una persona ignara dei rischi. Con questi dati, poi, la tecnica utilizzata dai frodatori è quella di produrre documenti falsi, i quali vengono utilizzati per la richiesta di finanziamenti ma anche per altre operazioni truffaldine come l’apertura di conti correnti, il cambio di assegni, ma anche la richiesta di leasing auto e la cessione del quinto dello stipendio. Nascondersi dietro una identità falsa, inoltre, è un espediente adottato da chi vuole usare schede telefoniche che in caso di intercettazioni non siano facilmente riconducibili al soggetto e da coloro che utilizzano operazioni bancarie e finanziarie a scopo di riciclaggio. Per questo motivo è fondamentale mantenere alta l’attenzione verso un efficace riconoscimento anagrafico da parte degli operatori”.
La tipologia di finanziamenti più colpita dal fenomeno delle frodi creditizie, ben nel 79,4% dei casi, si conferma essere quella dei prestiti finalizzati, che aumentano del 6,9% rispetto all’anno precedente e producono un bottino di oltre 6.100 euro.
Rimane invece sostanzialmente stabile la quota di frodi sui prestiti personali, tipologia di finanziamenti che presuppone istruttorie automatizzate più approfondite da parte degli Istituti di credito in fase di accettazione, per le quali però si registra un aumento dell’8,1% dell’importo medio, che raggiunge i oltre 13.300 euro.
Si conferma ancora contenuta, seppur in crescita, l’incidenza delle frodi portate a segno sui mutui ipotecari, che però determinano un importo medio pari a circa 74.000 euro e punte, in alcuni casi, superiori ai 150.000 euro. Cala invece l’importo medio delle frodi perpetrate su carte di credito, che si attesta intorno ai 2.500 euro.
Altro dato estremamente allarmante presentato nell’Osservatorio CRIF è quello sui tempi di scoperta delle frodi (tempi di detection), che si sono ulteriormente allungati: nel 2011, infatti, solo nel 26,2% dei casi la frode è stata scoperta entro i primi 6 mesi, mentre nel 31,9% è stato necessario un periodo di tempo compreso tra 6 mesi e 2 anni. In preoccupante crescita sono anche i casi in cui la truffa viene intercettata addirittura dopo 3 anni (circa il 30% del totale).
Ovviamente, tanto più si allungano i tempi di scoperta, quanto maggiori saranno le difficoltà per la vittima nel ripristinare la propria posizione e più scarse saranno le possibilità di individuare l’autore del crimine.
Da un punto di vista socio-demografico, nel 2011 i due terzi delle vittime delle frodi creditizie sono risultate essere uomini (il 66,8% del totale), ma la quota di donne colpite da questo fenomeno criminale è risultata in forte crescita rispetto all’anno precedente (+25%).
Inoltre, la fascia di età nella quale anche nel 2011 si è concentrato il maggior numero di casi è quella compresa tra 31 e 40 anni (con il 27% del totale), tuttavia è quella degli under 30 ad aver registrato il maggior incremento di casi rispetto al recente passato. Eppure sono proprio i giovani che teoricamente dovrebbero avere una maggiore sensibilità e consapevolezza verso questa tipologia di crimine, in quanto maggiormente esposti alla circolazione di propri dati personali sul web.
La ripartizione delle frodi per regione conferma essenzialmente il trend registrato nella precedente rilevazione dell’Osservatorio: con il 23,7% dei casi la Campania resta saldamente al primo posto di questa poco invidiabile classifica, seguita da Lazio e Lombardia (rispettivamente con il 15,6% e l’ 11,4% del totale).
Se Umbria e Puglia hanno visto diminuire la quota di vittime di frode rispetto al totale nazionale, rispetto al 2010 si deve invece registrare una vera e propria esplosione di casi in Veneto (+77%), Liguria (+74%) e Friuli Venezia Giulia (+70%).
Valutando invece l’incidenza dei casi di frode rispetto al numero di residenti per regione, al primo posto si classifica ancora una volta la Campania seguita questa volta da Lazio e Abruzzo. Fanalino di coda, e quindi meno colpita, l’Emilia Romagna.
La dimensione del fenomeno risulta ulteriormente significativa se si considera l’incidenza dei casi rispetto al numero di finanziamenti concessi per regione: al primo posto di questa classifica si posiziona nuovamente la Campania, seguita da Abruzzo, Molise, Lazio e Calabria.
“La diffusione di questo crimine è in costante ed inesorabile aumento – conclude Cardini – anche a causa della crescente complessità e sofisticazione delle tecniche di appropriazione dell’identità altrui. Per questo diventa sempre più fondamentale accrescere la consapevolezza dei cittadini nell’adottare comportamenti maggiormente rivolti alla tutela dei dati personali e il supporto di adeguati sistemi di tutela e di prevenzione”.