L’indagine ha coinvolto un campione di circa 7.200 europei (circa 1.000 persone per paese rappresentativo della popolazione di ogni paese preso in esame).
In generale, spiega l’analisi, rispetto a cinque anni fa il timore di fronte a rischi economici e finanziari è notevolmente aumentato in Europa a causa della crisi. Parallelamente la sensazione di protezione è diminuita molto:
• Il 63% degli europei ritiene che il rischio di povertà sia oggi più importante
• Il 71% degli europei ritiene che il rischio di incontrare difficoltà finanziarie sia maggiore
• Più della metà degli europei (51%) ritiene che potrebbe trovarsi ad affrontare la disoccupazione.
I timori e le paure sono marcati a tal punto che quasi un europeo su due si considera meno protetto di 5 anni fa contro tutti questi rischi (47%), siano essi finanziari o sociali.
Nel contesto attuale, gli italiani si sentono particolarmente vulnerabili e hanno la sensazione di essere fortemente esposti ai rischio di natura socio-economica:
• Il 69% degli italiani ritiene probabile di dover affrontare il rischio di disoccupazione (contro il 51% degli europei);
• Il 52% ritiene probabile di perdere il proprio patrimonio (contro il 38% nel complesso).
Questa sensazione di insicurezza si allarga sempre più verso la popolazione meno privilegiata:
• il 66% ritiene possibile il rischio di incidenti stradali (contro il 51% nel complesso);
• il 55% ritiene probabile di doversi confrontare con un’aggressione o furto (contro il 40% nel complesso).
Gli italiani si mostrano estremamente preoccupati in relazione al verificarsi di vari eventi come un infortunio (92% contro il 69% globale) o una grave malattia (92% contro il 74% degli europei) e hanno ancora di più la sensazione di essere vulnerabili, a causa della percepita perdita di efficacia del sistema pubblico:
• Il 73% si sentono meno protetti rispetto a prima della crisi (contro il 47% degli europei).
Infine, dalla ricerca emerge che gli italiani fanno parte della popolazione europea più “avversa al rischio”:
• Il 58% ritiene che il rischio sia un pericolo da evitare (contro il 51% nel complesso);
• Il 53% pensa alla parola “incoscienza” quando gli si parla di rischio (contro il 39% degli europei);
• Il 73% di loro pensa che per avere successo è meglio fare attenzione a non prendere troppi rischi (contro il 56% nel complesso).
Il quadro complessivo fa emergere una maggiore consapevolezza degli italiani sia del rischio, inteso come variabile negativa, sia della sua incidenza in un welfare pubblico che sta cambiando, mentre si rafforza l’attenzione e la sensibilità verso la protezione della persona, della famiglia e della casa.
Il Gruppo Cariparma Crédit Agricole, attraverso la collaborazione con le Compagnie Assicurative del Gruppo (Crédit Agricole Assicurazioni, Crédit Agricole Vita e crédit Agricole Insurance) ha predisposto un’offerta completa che tiene conto delle rinnovate esigenze della clientela e del contesto attuale, che vede da un lato l’aumento dell’aspettativa di vita delle persone e dall’altro le trasformazioni presenti e future del welfare che abbiamo finora conosciuto.
“E’ importante in Italia creare più consapevolezza intorno al concetto di protezione come fattore di tutela del rischio, tema sul quale abbiamo molto da fare rispetto ai cugini europei. La sensibilità verso la tutela – ha spiegato Gianluca Borrelli, direttore retail di Cariparma Crédit Agricole – non è ancora molto diffusa e le forme assicurative sul mercato coprono solo in minima parte i disagi causati dalla disoccupazione e dagli infortuni, sia lavorativi che domestici. Le nostre polizze offrono coperture maggiori rispetto alle normali coperture assicurative. Ne è un esempio l’ultima polizza lanciata dal Gruppo, Protezione Infortuni, che offre una tutela completa, sia privata che professionale”.
Protezione Infortuni è l’ultima proposta che completa la linea bancassicurazione danni, che si aggiunge alle polizze Protezione Casa e Protezione Guida, che nel 2012 hanno dimostrato una crescita significativa del 10% come numero di polizze sottoscritte, e un aumento della raccolta premi pari al 17% circa. Numeri importanti se ricondotti a un mercato danni in decrescita (-0,9% vs 2011, dati al 30.09.2012, fonte IAMA) e ancor più al segmento bancassicurazione danni, in calo del 6% rispetto al 2011.
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