Decennale Oam, i quattro “sogni” del dg Luchetti per l’intermediazione del credito

Un mercato che funzioni, in un quadro normativo profondamente modificato, con il coinvolgimento degli operatori più giovani. Possibilmente accompagnati dall’ampliamento dei poteri di vigilanza dell’Organismo agenti e mediatori (Oam). È l’auspicio che il direttore generale Federico Luchetti ha condiviso con la platea questa mattina in occasione del convegno “Dieci anni dalla nascita dell’Oam. Bilancio e prospettive per gli intermediari del credito”, tenutosi questa mattina al Centro Congressi Fontana di Trevi a Roma.

Il primo auspicio: un mercato che funzioni, anche in prospettiva europea

Il mio sogno, se è lecito sognare alla mia età, è innanzitutto un mercato che funzioni. Intendiamoci: quello in cui agenti e mediatori lavorano oggi è già un comparto che funziona. È fondamentale che continui a farlo nell’ottica dell’avvento di un mercato europeo”, ha affermato Luchetti, che ha guidato l’Organismo dal suo esordio.

La preoccupazione dell’Oam, in questo ambito, è legata alla possibilità che si determini un’asimmetria normativa a vantaggio degli operatori che si muovono in un ambito meno regolamentato. Un tema al quale ha fatto riferimento anche il presidente Francesco Alfonso nel suo intervento. “Il passaporto europeo, che è diventato realtà in Italia solo da pochi mesi, sta evidenziando profonde diversità normative all’interno dei singoli Paesi europei. È indispensabile, e non solo nel settore dei mutui, individuare un modello operativo comune per evitare che la concorrenza transfrontaliera metta fuori gioco gli operatori italiani: il tema del level playing field non può essere eluso”, ha dichiarato Alfonso. E ancora: “Occorre ricordare che nella legislazione comunitaria la figura dell’intermediario del credito, senza ulteriori distinzioni, è l’unico riferimento delle regole a tutela dei consumatori. Se davvero si vuole creare un mercato unico europeo degli intermediari del credito, al passo con i tempi e con l’evoluzione tecnologica, è essenziale riflettere sulle differenze delle figure professionali tra i singoli Paesi, con l’obiettivo di verificare se il modello italiano sia quello più adatto ad affrontare le future sfide competitive. Al di là dei tempi di recepimento che verranno fissati dalla Direttiva, auspico che il legislatore sia pronto a cogliere gli spazi che il nuovo quadro normativo offrirà ai singoli Paesi, consci che ogni modifica normativa in grado di innalzare il livello di tutela dei consumatori contribuisce a uno sviluppo del mercato del credito competitivo, sano e trasparente”.

Il secondo sogno di Luchetti: la modifica del quadro normativo di riferimento

Il Decreto Legislativo 141, del 13 agosto 2010, mostra ormai più di qualche ruga ed è arrivato il momento di intervenire con una modifica del quadro normativo importante. Anche il mercato è profondamente diverso rispetto a quello 10 anni fa, soprattutto a causa della pandemia”, ha aggiunto Federico Luchetti. Il direttore generale dell’Oam auspica per il comparto dell’intermediazione creditizia una disciplina analoga o “quanto meno vicina” a quella di altri Paesi europei, che “consenta ai nostri operatori più forti di stare sul mercato e competere con gli operatori stranieri anche all’estero”.

L’augurio di coinvolgere sempre più giovani nel comparto

Luchetti si è poi soffermato sulla presenza dei giovani nel comparto. “Nel nuovo mercato che funziona diventa essenziale il contributo di operatori giovani, capaci di cogliere le nuove sfide che la digitalizzazione ci pone – ha sottolineato -. Sono loro l’elemento di raccordo verso le nuove fasce di consumatori e verso i nuovi settori”.

La speranza di aumentare gli strumenti della lotta all’abusivismo

L’ultimo auspicio espresso da Federico Luchetti è quello di veder aumentare gli strumenti a disposizione dell’Oam per il contrasto dell’abusivismo. “In questi primi 10 anni di attività abbiamo raggiunto risultati significativi nella lotta all’illegalità: oltre a ricorrere alle raccomandazioni, e quindi di far leva sulla moral suasion, abbiamo ora la possibilità di comminare sanzioni pecuniarie. Ormai alle nostre segnalazioni seguono dei processi, nell’ambito dei quali ci viene concesso di costituirci parte civile, ottenendo in alcuni casi anche un indennizzo a titolo di danno arrecato alla categoria. Per innalzare il livello dello scontro nei confronti di un fenomeno che sappiamo essere rilevante, pur in assenza di dati certi, risulterebbe molto utile poter ricorrere anche a strumenti di carattere amministrativo”, ha concluso il direttore generale.