Il fenomeno del buy now pay later (bnpl) continua a crescere sia in Italia che all’estero, nonostante l’inflazione e le dinamiche dei tassi. Secondo dati rielaborati da Deloitte, la crescita del bnpl in Europa nei prossimi 5 anni si attesterà al 12% annuo circa, anche grazie alla crescente integrazione delle soluzioni con i sistemi presso i punti vendita (pos) e all’ampliamento dell’offerta, dopo che il 2023 si è chiuso facendo registrare un transato vicino ai 170 miliardi di euro.
La rielaborazione, effettuata su dati Worldpay, Ipsos, Crif, Assofin, Osservatorio e-commerce b2c Netcomm – School of management del Politecnico di Milano, sottolinea come a rivestire il ruolo più importante è il comparto e-commerce b2c, il cui valore dei pagamenti bnpl è atteso al 6% del transato totale a livello globale nel 2026 per quasi 490 miliardi di euro, sopra il 5% del 2022 (circa 270 miliardi di euro di transato).
In questo quadriennio, secondo le stime dell’analisi, il tasso di crescita si attesterà al 16% annuo con 360 milioni di utenti destinati a raddoppiare nei prossimi 5 anni. Scendendo nello specifico dell’Europa, invece, il valore del transato dei pagamenti bnpl su e-commerce è atteso all’11% nel 2026 per circa 150 miliardi di euro, rispetto al 10% del 2022 per circa 95 miliardi di euro, con i Paesi nordici a fare da traino. Sul medesimo fronte dei pagamenti online in Italia si parla di un 6% del valore del transato bnpl e-commerce al 2022 con più di 4 miliardi di euro attesi nel 2026. Nel nostro Paese sono in aumento gli utenti attivi (+56% tra il 2021 e il 2023, dai circa 3 milioni ai circa 4,5 milioni al 2023) e il 17% della popolazione (in larga prevalenza millenials e genz) ha utilizzato almeno una volta bnpl al 2023.
“Lo sviluppo e la progressiva maturazione del mercato buy now pay later sono sostenuti da diversi fattori – afferma Manuel Pincetti, senior partner di Monitor Deloitte -. Da un lato i player di settore stanno evolvendo proposizione e reach della clientela attraverso partnership, estendendosi lungo la catena del valore e rendendo sempre più labile il confine con il credito al consumo, rivedendo i modelli di business model alla ricerca di profittabilità per sostenere round di finanziamento a sostegno della crescita; dall’altro lato va evidenziata l’evoluzione della normativa di riferimento e la progressiva regolamentazione del fenomeno. Se è vero che quest’ultima comporterà una necessità di adeguamento da parte degli operatori con maggiori oneri e implicazioni sulla dinamica dei ticket medi, è anche vero che abiliterà nel medio termine una maggior trasparenza e tutela dei consumatori, avvicinando così anche quei segmenti di clienti finanziariamente più attenti”.
Inoltre, prosegue l’analisi, ad accelerare lo sviluppo del mercato contribuiscono l’estensione dell’offerta bancaria verso servizi di dilazione dei pagamenti (come le carte di credito attive con funzione di rateizzazione e l’incremento dei pagamenti tramite soluzioni di pos financing), così come l’introduzione di modelli limitrofi al bnpl quali il save now, pay later in cui i clienti stabiliscono un obiettivo di risparmio e mettono da parte denaro ratealmente per raggiungere un obiettivo in cambio di cashback da spendere in negozi affiliati.
“Infine, un ambito in cui il bnpl potrebbe risultare differenziante, ma ancora poco maturo al momento è quello del b2b (in cui il valore del transato ecommerce è 10 volte superiore a quello del b2c). su quest’ultimo si stanno già muovendo player sia in Europa (e.g. Billie, Mondu, Hokodo) che in Italia (e.g. Opyn Pay Later e Pausepay), ma permane la sfida di creare soluzioni capaci di gestire a scala ticket medi elevati e processi complessi (simili alla sottoscrizione di un finanziamento) in modo più rapido ed economico rispetto ai metodi tradizionali”, conclude Manuel Pincetti.