L’uso della GenAI è diventato la normalità per la generazione Z e per i millennial italiani, per i quali la preoccupazione per i nuovi conflitti ha superato il timore per la disoccupazione, entrando nella top 3 delle grandi questioni globali da affrontare insieme al caro vita e al cambiamento climatico.
È quanto emerge dalla XIV edizione della GenZ e Millennial Survey, lo studio globale di Deloitte condotto su oltre 23.000 giovani appartenenti alla generazione Z e millennial di 44 Paesi in tutto il mondo e diffuso lo scorso 14 maggio.
“Come ogni anno la GenZ e Millennial Survey di Deloitte ci permette di sintonizzarci con il sentiment dei più giovani. Quest’anno, dunque, si confermano alcuni dei fenomeni già visti negli anni scorsi, come l’attenzione all’inflazione e l’impegno per la sostenibilità, ma emergono anche due nuovi elementi molto significativi: la preoccupazione per la complessa situazione geopolitica e l’uso ormai quotidiano dell’Intelligenza Artificiale Generativa”, ha dichiarato Fabio Pompei, ceo di Deloitte Italia.
Caro vita, ambiente e conflitti, le tre questioni più sentite
Secondo l’analisi, il costo della vita rimane la prima preoccupazione sia per la generazione Z italiana (37%) che per i millennial (39%). Circa 6 giovani su 10 dichiarano di vivere di stipendio in stipendio e temono di non riuscire a raggiungere la pensione con un livello di benessere economico soddisfacente, una percentuale superiore alla media globale di circa 20 punti percentuali. La protezione dell’ambiente è indicata come seconda grande questione dal 28% degli intervistati della generazione Z e dal 25% dei millennial. In terza posizione, invece, emerge il timore per i conflitti in corso, una preoccupazione che riguarda un giovane su quattro e che riflette l’inasprirsi delle tensioni geopolitiche a livello mondiale.
GenAI, strumento di uso comune
Abituati al mondo dei social e di internet, i genZ e i millennial si dimostrano molto aperti alle novità tecnologiche legate all’AI e alla GenAI. In Italia, infatti, entrambi i campioni di intervistati dichiarano di utilizzare comunemente GenAI per la creazione di contenuti e l’analisi dei dati. Così, il 73% della gen Z e il 73% dei millennial italiani afferma che la GenAI ha liberato tempo e ha migliorato il work-life balance. Il 71% della gen Z e il 76% dei millennial italiani pensa che la GenAI abbia migliorato la qualità del proprio lavoro. Consapevole degli enormi cambiamenti in corso, il 62% della gen Z e il 67% dei millennial sta già considerando opportunità di lavoro meno vulnerabili all’automazione, mentre il 55% dei millennial e il 61% dei gen Z pensa che l’AI potrebbe comportare una riduzione dei posti di lavoro.
Per cosa è usata la GenAI: creazione di contenuti, analisi dei dati e project management
Sono numerose le funzioni per cui la generazione Z e i millennial italiani fanno ricorso alla GenAI, a conferma della crescente integrazione di questi strumenti nelle attività quotidiane e professionali. Secondo quanto dichiarato dagli intervistati, i giovani italiani utilizzano la GenAI per la creazione di contenuti (39% gen Z, 37% millennial), per l’analisi dei dati (36% gen Z, 39% millennial), per il project management (33% gen Z, 30% millennial), per lo sviluppo di software (31% gen Z, 30% millennial), per il design e la creatività (27% gen Z, 24% millennial), per la formazione (26% gen Z, 28% millennial) e per il supporto clienti (25% gen Z, 25% millennial).
Le priorità: famiglia, amici e lavoro. Ma anche cultura e sport
Interrogati sulle loro priorità nella vita, il 67% dei gen Z e il 69% dei millennial italiani confermano che gli amici e la famiglia rimangono la cosa più importante in assoluto. Tra i fattori più rilevanti per il loro senso di identità c’è poi il lavoro, che è importante per il 55% dei millennial e per il 45% dei gen Z italiani – un livello più alto della media globale, che si assesta al 41% per i gen Z e al 46% per i millennial. Sopra la media globale anche l’importanza attribuita dagli italiani alle attività culturali (gen Z globali e millennial globali al 36% vs gen Z italiani al 40% e millennials italiani al 38%) e all’esercizio fisico (importante per il 28% dei gen Z italiani e per il 26% dei millennials italiani)
Le aspettative sul futuro del lavoro: la formazione continua è più importante della carriera
Dalla ricerca emerge che la Gen Z, a livello globale, dà priorità alle opportunità di crescita professionale e di formazione nella scelta di un datore di lavoro, mentre solo il 6% aspira a ricoprire posizioni dirigenziali di alto livello. Sia la Gen Z che i Millennial, inoltre, si aspettano che i loro datori di lavoro e manager supportino l’apprendimento e lo sviluppo, ma dichiarano un ampio divario tra le loro aspettative e le esperienze reali. Rimane importante l’attenzione al work-life balance e alla salute mentale, che sono due delle grandi eredità del periodo pandemico ritenute imprescindibili dai più giovani.
“I Gen Z e i millennial di tutto il mondo hanno iniziato il loro percorso professionale all’ombra di una pandemia globale e di una crisi finanziaria – eventi che, chiaramente, hanno plasmato le loro aspettative sul lavoro e le loro priorità nella vita. In continuità con gli anni precedenti, emerge che queste generazioni danno priorità all’equilibrio tra vita lavorativa e vita privata e al purpose. Attenti alle novità tecnologiche, GenZ e Millennial stanno anche rivalutando le competenze di cui hanno bisogno per il mondo del lavoro del futuro, consapevoli del grande impatto potenziale che l’AI e la GenAI avranno in futuro”, ha affermato Paolo Galletti, people & purpose leader di Deloitte Italia.
Sostenibilità, circa 7 giovani su 10 sono preoccupati per l’ambiente
Il 73% dei Gen Z e il 68% dei Millennial intervistati in Italia, rispetto al 65% della Gen Z e al 63% dei Millennial a livello globale, affermano di essersi sentiti preoccupati o ansiosi per l’impatto ambientale nell’ultimo mese. Per proteggere il pianeta, quindi, Gen Z e Millennial italiani sono disposti ad agire concretamente. Tra le azioni che hanno intrapreso o che sono disposti a intraprendere ci sono l’acquisto di un veicolo elettrico, il miglioramento della propria casa per renderla più sostenibile e un uso attento dell’acqua. Il 33% dei Gen Z e il 25% dei Millennial, inoltre, dichiara di aver condotto ricerche sulle politiche ambientali delle aziende prima di acquistarne prodotti o servizi. E c’è anche chi (14% Gen Z e 10% Millennial) ha lasciato il proprio lavoro o in futuro potrebbe lasciarlo (24% Gen Z e 23% Millennial) perché preoccupato del suo impatto ambientale.