
“Con la recente disdetta unilaterale di Abi anche del contratto della dirigenza sono emerse in modo drammatico le contraddizioni della categoria, stretta tra le responsabilità connesse al ruolo e la mancanza di una tutela reale sotto il profilo normativo e contrattuale”. Così Maurizio Arena, segretario generale del Dircredito.
“I casi di licenziamento di dirigenti e di “downgrade” per così dire consensuali – ha aggiunto Arena- non sono più isolati, e si sono ormai trasformati in un fenomeno collettivo dal forte impatto sociale. Come sindacato maggiormente rappresentativo della categoria intendiamo agire con determinazione sensibilizzando l’opinione pubblica per sfatare quei luoghi comuni che confondono spesso la dirigenza intermedia con i top manager che godono di retribuzioni e premi di livello elevatissimo.
Esiste, e non è più differibile, un problema di riscrittura delle norme che regolano il lavoro dipendente con contenuto manageriale non solo nel settore bancario. E’ indicativo – rimarca Arena – il richiamo della Commissione Europea che ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia della UE per aver escluso i dirigenti dalle garanzie procedurali sull’informazione e sulla consultazione previste per gli altri lavoratori in caso di licenziamenti collettivi.
Vigileremo affinché le disposizioni contenute nel Decreto Sviluppo, definite dalla circolare ministeriale dello scorso giugno che prevede la possibilità per chi ne abbia i requisiti e in presenza di processi di riorganizzazione aziendale di accedere al prepensionamento, vengano applicate. Ciò per evitare le prassi ai limiti della legittimità oggi seguite dalle banche per espellere i dirigenti”.
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