Donne e mediazione creditizia: Francesca Sanvito, collaboratrice di 24Max, racconta ostacoli e aspettative di una giovane che si affaccia alla professione

Francesca Sanvito, 24MaxQuando si parla di mediatori creditizi l’immagine che si forma nella mente è quella di professionisti esperti in finanziamenti, presumibilmente in giacca e cravatta, intorno alla cinquantina. Il comparto, però, sta cambiando, e anche in fretta. Sono sempre più i giovani che si avvicinano a questo mestiere, e tra loro non mancano le ragazze. Francesca Sanvito è una di loro. Ventinove anni, diplomata in ragioneria, con una vocazione precoce per conti correnti e operazioni finanziarie, ha lasciato un lavoro da impiegata in banca per aprire un corner di mediazione creditizia 24Max all’interno dell’agenzia immobiliare di famiglia, in provincia di Monza e Brianza. SimplyBiz ha deciso di intervistarla per conoscere il punto di vista di una giovane entrata da poco nel settore dell’intermediazione del credito e per farsi raccontare le difficoltà e le aspettative collegate all’inizio di questo percorso professionale.

Quando hai cominciato a lavorare come mediatrice creditizia?
Ho iniziato a lavorare nel 2014 come impiegata in Mediocredito Italiano, dove sono rimasta per 3 anni. Nel 2017 ho iniziato la mia prima esperienza nel mondo della mediazione creditizia, occupandomi di cessioni del credito. La mia famiglia, in particolare mio fratello e mia sorella, si occupano di intermediazione immobiliare gestendo da oltre dieci anni l’agenzia Re/Max Immobili & Stili a Seregno, nella provincia di Monza e Brianza. Così nel 2018, quando è nata 24Max, la società di mediazione creditizia del Gruppo Re/Max, ho deciso di cogliere questa opportunità professionale e di lavorare in sinergia con la mia famiglia. Ho quindi aperto un corner 24Max all’interno dell’agenzia immobiliare, credendo da subito con entusiasmo nel progetto. Un entusiasmo ricambiato già dai primi step anche da 24Max. Oggi lavoro con mio fratello, mia sorella e oltre venti agenti immobiliari che collaborano con la nostra società.

Quindi avevi una certa familiarità con l’ambiente…
Posso dire di esserci praticamente cresciuta. Ma la vocazione viene da più lontano. Quando ero piccola non avevo un’idea precisa di cosa avrei voluto fare da grande, perché possono cambiare tante cose nel corso degli anni. Però c’è una cosa che mi è sempre piaciuta: giocare con i conti correnti di mio papà. Mi piaceva analizzare, leggere e studiare le voci. Lo facevo ingenuamente. Non avrei mai pensato di farlo anche da grande. Poi mi sono diplomata in ragioneria, sono diventata perito commerciale, ed ora eccomi qui.

In cosa consiste il tuo lavoro?
La maggior parte del tempo la trascorro in ufficio per dare supporto agli agenti immobiliari e ai consulenti, per garantire una presenza stabile che li possa affiancare nella consulenza creditizia. Poi mi sposto tra banche, perizie e notai. Questo significa avere una bella mole di lavoro da seguire: in agenzia sono l’unica mediatrice creditizia e gestisco le pratiche di oltre 20 consulenti, più le persone dello staff. L’iter della mediazione creditizia in agenzia inizia con una prequalifica del cliente, per capire se può ottenere un mutuo e individuare la tipologia di immobile che può acquistare; quindi prosegue con la perizia e l’iter del mutuo vero e proprio, con l’istruttoria bancaria, la presentazione della pratica presso l’istituto di credito, il caricamento sui portali bancari. Tutto termina con il rogito, perché accompagno anche i clienti dal notaio.

Qual è la cosa che più ti piace della tua attività?
La giornata del mediatore creditizio non è mai ripetitiva, questo è uno degli aspetti che apprezzo di più. Non si fanno mai le stesse cose ogni giorno. In più è dinamico. Rispetto a un lavoro di tipo impiegatizio, che porta a trascorre molto tempo davanti a un computer senza molte interazioni, si ha la possibilità di muoversi e di relazionarsi con tante persone. Questo non significa che sia un impiego “leggero”; al contrario è un’attività strutturata e impegnativa. Ma a me piace anche il fatto di avere le giornate piene, di essere molto occupata.

Com’è andata con colleghi, clienti e banche nelle fasi iniziali del lavoro?
In agenzia c’è un ambiente abbastanza giovane, quindi mi trovo molto bene. Anche con i direttori di banca e con i clienti non ho avuto mai problemi, perché amo lavorare a contatto con le persone. Ho anche l’impressione che il fatto di essere una donna sia visto di buon occhio dai clienti. Mi sembra di trasmettere una maggiore tranquillità e fiducia rispetto a un consulente uomo. Le difficoltà che ho incontrato agli esordi sono state legate per lo più alla mia età e all’inesperienza iniziale. I consulenti che venivano in agenzia, per esempio, avevano già una discreta esperienza alle spalle. Nel corner della mediazione creditizia trovavano una ragazza di 27-28 anni e avevano chiaramente delle perplessità. Ho dovuto conquistare la loro fiducia.

Quali sono stati gli scogli più grandi da superare agli esordi?
All’inizio la difficoltà maggiore sta nel distinguere le pratiche che possono andare a buon fine da quelle che probabilmente verranno rifiutate. I primi tempi, anche per dimostrare buona volontà e per non deludere le aspettative dei clienti, si cerca di portarle avanti tutte, anche se per alcune come da previsione ci sarà esisto negativo. L’esperienza aiuta a individuare abbastanza rapidamente le pratiche che non arriveranno alla fine e, soprattutto, insegna a dire di no fin dall’inizio: una volta avviata la pratica, comunicare a un cliente che non potrà ricevere un mutuo non solo è molto antipatico ma rischia di farti fare terra bruciata intorno.

Che consiglio ti senti di dare a chi si appresta a fare questo lavoro?
Innanzitutto cercare di capire subito quali pratiche sono fattibili e quali non lo sono. È meglio un “no” prima che dopo. Il nostro è un lavoro di grande responsabilità: parlando con i clienti si sente il peso collegato a una decisione che avrà conseguenze importanti per la loro vita. Avendo a che fare con persone reali e con tutte le variabili che ruotano intorno all’acquisto di una casa, la sera difficilmente si riesce a distogliere il pensiero dalle questioni lavorative. Quando una pratica va male si può arrivare a pensare di mollare tutto. Se ti piace questo lavoro, però, non lo fai, hai la spinta per superare il momento e andare avanti. Nella quotidianità è importante non lasciarsi abbattere dalle difficoltà, che sono sempre dietro l’angolo. Ogni pratica ha le sue difficoltà, non ne esistono di facili.