Economia Toscana, Banca d’Italia: credito in diminuzione dello 0,9% tra gennaio e giugno

Banca Italia LogoNella prima parte del 2015 si è attenuata la contrazione dei prestiti al complesso della clientela residente in Toscana. Secondo la periodica analisi della Banca d’Italia sull’economia della regione, il credito bancario, inclusivo delle sofferenze e corretto per cartolarizzazioni e riclassificazioni, si è ridotto dello 0,9 per cento nei dodici mesi terminanti a giugno (-1,8 a dicembre). A fronte della crescita dei prestiti bancari alle imprese e alle famiglie (0,5 e 0,7 per cento, rispettivamente), consolidatasi nei mesi estivi, sono ancora calati i prestiti alle Amministrazioni pubbliche e al settore finanziario e assicurativo. Secondo le informazioni tratte dalla rilevazione della Banca d’Italia presso i principali intermediari che operano in Toscana (Regional Bank Lending Survey, RBLS), al recupero del credito bancario a imprese e famiglie hanno contribuito sia criteri di offerta più distesi sia un miglioramento della domanda.

Il credito alle imprese
Considerando non solo i prestiti bancari, ma anche quelli delle società finanziarie, il credito al settore produttivo è aumentato, per la prima volta dalla fine del 2011, dello 0,6 per cento a giugno (-0,4 a dicembre del 2014). La crescita dei prestiti ha coinvolto le imprese manifatturiere (1,7 per cento) e, in misura più contenuta, quelle del terziario (0,5); nelle costruzioni è continuato il calo (-1,8), analogo a quello della fine del 2014. Secondo le indicazioni della RBLS, la ripresa della domanda di credito delle imprese, in atto dal secondo semestre dello scorso anno, si è consolidata nella prima metà del 2015. Il recupero ha interessato la manifattura e i servizi, mentre la domanda del comparto edile è rimasta debole. Le richieste sono state indirizzate al sostegno del capitale circolante, alla ristrutturazione del debito e, per la prima volta dall’avvio della crisi economico-finanziaria, anche al finanziamento degli investimenti produttivi. Nelle previsioni degli intermediari l’aumento della domanda dovrebbe proseguire anche nella seconda metà del 2015. Le condizioni di accesso al credito si sono lievemente allentate nel primo semestre dell’anno in corso, anche sotto l’impulso della politica monetaria espansiva della Bce. La distensione si è tradotta in una riduzione dei margini applicati ai finanziamenti, coinvolgendo per la prima volta anche le posizioni più rischiose, e in un aumento delle quantità offerte. Per la seconda parte del 2015 le banche prefigurano condizioni di credito sostanzialmente stabili. I tassi di interesse a breve termine alle imprese si sono ulteriormente ridotti, di circa mezzo punto percentuale, nei primi sei mesi dell’anno, portandosi al 5,9 per cento a giugno scorso. Il calo è stato diffuso tra tutti i principali settori produttivi e ha interessato sia le imprese piccole sia quelle di media e grande dimensione.

Il credito alle famiglie
Tenendo conto sia dei prestiti bancari sia di quelli delle società finanziarie, il credito alle famiglie consumatrici è aumentato dello 0,3 per cento a giugno scorso (stabile alla fine del 2014). Nel primo semestre del 2015 le consistenze di mutui per l’acquisto di abitazioni sono risultate sostanzialmente invariate, a fronte del calo registrato alla fine dello scorso anno (-0,9 per cento). Su tale miglioramento ha inciso il significativo recupero delle erogazioni di mutui per l’acquisto di case, salite del 60 per cento nei primi sei mesi dell’anno in corso rispetto all’analogo periodo del 2014; circa la metà della crescita dell’erogato è tuttavia ascrivibile a surroghe o sostituzioni di mutui pregressi. Anche lo stock di credito al consumo è risultato pressoché stazionario in giugno: il calo della componente erogata dalle società finanziarie (-2,0 per cento) è stato interamente compensato dalla crescita dei prestiti al consumo effettuati dalle banche (2,0). In un contesto di condizioni monetarie estremamente accomodanti, il costo del credito applicato alle famiglie sui prestiti per l’acquisto di abitazioni è sceso di ulteriori due decimi di punto nei primi sei mesi dell’anno in corso, portandosi nella media del secondo trimestre del 2015 al 2,8 per cento. Sulla base della RBLS, le richieste di credito delle famiglie hanno continuato a crescere anche nel primo semestre dell’anno in corso. L’aumento ha riguardato sia i mutui per l’acquisto di abitazioni sia, in misura meno marcata, il credito al consumo. Secondo le previsioni degli intermediari, l’espansione dovrebbe proseguire anche nella seconda metà dell’anno. I criteri di accesso al credito si sono lievemente allentati, sia in termini di spread applicati, soprattutto ai mutui meno rischiosi, sia di quantità offerte; le condizioni relative alla quota finanziata rispetto al valore dell’immobile (loan to value) sono rimaste pressoché invariate. Per la seconda parte del 2015 gli intermediari prefigurano una sostanziale stabilità delle condizioni di offerta.

La qualità del credito
Nei primi sei mesi dell’anno in corso la qualità del credito è leggermente peggiorata. La quota di prestiti entrati in sofferenza rettificata nei dodici mesi terminati lo scorso giugno è aumentata al 3,7 per cento, a fronte del 3,4 registrato nella media del 2014. Lo stock dei crediti in sofferenza alla fine di giugno era salito a circa un quinto del complesso dei finanziamenti. I prestiti deteriorati diversi dalle sofferenze sono rimasti stabili al 10,4 per cento del totale. La crescita dei passaggi a sofferenza ha riguardato soprattutto il settore produttivo. Il tasso di ingresso è aumentato di 0,4 punti percentuali, portandosi al 5,2 per cento, un valore elevato nel confronto storico. L’incremento ha interessato i diversi comparti produttivi. Il settore delle costruzioni rimane quello maggiormente critico, con una quota di crediti entrati in sofferenza pari all’11,3 per cento. Per il complesso delle imprese, all’aumento dei prestiti in sofferenza si è contrapposto un leggero calo degli altri finanziamenti deteriorati. Per le famiglie consumatrici il tasso di ingresso in sofferenza è salito in misura molto lieve (0,1 punti percentuali), risultando pari all’1,3 per cento dei prestiti. Si tratta di un valore ancora contenuto, sebbene il più elevato dall’inizio della crisi. Le consistenze di crediti deteriorati sono leggermente aumentate rispetto al valore registrato alla fine del 2014.

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