Edoardo Merenda, amministratore delegato e cofondatore di Mutuiperlacasa.com: “Co-mediazione e internet. Sono queste le carte su cui puntare per creare un nuovo modello di business”

MerendaMutuiperlacasa.com è un marchio di BackOffice s.r.l., un mediatore creditizio che attraverso i propri siti internet e consulenti mette in relazione banche e intermediari con la potenziale clientela interessata alla concessione di finanziamenti, siano questi mutui, prestiti personali o cessioni del quinto. L’azienda è nata nel giugno del 2011 da una società del Gruppo Frimm, rilevata da alcuni imprenditori che le hanno conferito l’assetto attuale. “Siamo un comparatore con una mission ben precisa: permettere a singoli e famiglie che hanno l’esigenza di un prestito di confrontare tra loro le offerte dei diversi istituti di credito direttamente online, senza necessità di uscire di casa e con pochi click, ottenendo una risposta immediata, senza costi aggiuntivi”, ci spiega Edoardo Merenda, amministratore delegato e cofondatore della società.

Due anni fa, quando siete nati, esistevano già decine di comparatori online. Cosa vi ha spinto ad entrare in questo segmento?
La convinzione di poter fare la differenza. Quello che ci distingue dai nostri concorrenti è la facilità di impiego che il nostro software offre ai fruitori. Ciò dipende dal fatto che i nostri servizi sono orientati verso i consumatori e non verso le banche. Inserendo unicamente importo e finalità, il nostro portale propone la maggior parte delle offerte di mutuo delle migliori banche rilevate, mostrando le varie tipologie di tassi ed evidenziando costi e condizioni in modo chiaro, trasparente e completo. Le offerte vengono presentate secondo una “graduatoria” di rata, sulla base del Tan (Tasso annuo nominale, ndr). Grazie agli accordi che abbiamo stipulato con gli istituti di credito, la richiesta viene seguita online, senza stress per il cliente, fino alla consegna del mutuo presso il suo notaio. È importante precisare che svolgiamo la nostra attività in maniera autonoma, con una nostra organizzazione e i nostri mezzi e che non siamo legati da rapporti di dipendenza o di rappresentanza alle banche.

Però con alcuni di questi istituti di credito avete stretto degli accordi…
Sì, in alcuni casi possiamo usufruire di convenzioni con le banche per la promozione e il collocamento dei loro servizi. Ma in nessun caso questo compromette i nostri obblighi di neutralità e di indipendenza.

In Italia la stipula di un mutuo è considerata un “atto sacro”, collegato alla realizzazione di un sogno come l’acquisto di casa. La resistenza ad affidarsi a una procedura online per una scelta così importante è ancora elevata. Quanti sono i vostri clienti?
Il nostro sito registra tra le 500.000 e le 600.000 impression al mese (visualizzazioni di pagina, ndr). Le richieste arrivano da tutta Italia, principalmente dalle grandi città, come Roma, Milano, Napoli e Torino. Per garantirci questa eccellente visibilità abbiamo stipulato accordi con Immobiliare.it, uno dei principali portali italiani del settore, Subito.it e Idealista.it. Proprio grazie agli ottimi risultati raggiunti, po’ di tempo fa abbiamo ricevuto da Libero.it un premio del valore di 100.000 euro per dare un boost alla nostra società e la metà di questa cifra è stata investita in marketing e pubblicità.

E le banche cosa pensano del vostro approccio online?
Non possiamo nascondere che un po’ di resistenza c’è. Quello a cui stiamo lavorando è far comprendere agli istituti di credito che un cliente che intende stipulare un mutuo online vuole completare la procedura su internet, senza dover uscire di casa e recarsi fisicamente presso uno sportello bancario, che ha orari ben precisi, che quasi mai collimano con gli impegni del cliente, o magari si trova in una zona difficile da raggiungere a causa del traffico. Chiaramente un simile approccio funziona se c’è un promotore finanziario che può recarsi dal cliente. La mia impressione è che i manager della banche abbiano ancora un certo timore a spingere l’acceleratore sull’internet banking, ma se ci guardiamo intorno, spostando lo sguardo oltre i confini della nostra piccola penisola, non possiamo non renderci conto che la strada da seguire è questa, e che resistere a un processo già da tempo avviato è inutile. Ci è capitato di avere a che fare con banche che ci hanno rifiutato accordi pensando che la nostra struttura fosse troppo piccola. Ma ormai non sono più i numeri che fanno la differenza: quello che conta è l’efficienza e la capacità di rispondere in tempo rapido e in modo flessibile ai bisogni che può manifestare la clientela. La professione è cambiata, si è evoluta. A cosa ci serve una rete di 500 agenti se i nostri sei consulenti che si occupano di mutui riescono a gestire 1.500 clienti al mese?  Molti mediatori sono ancora legati ai vecchi schemi, ma oggi più che mai si deve guardare in avanti, a un modo nuovo di fare business.

E voi quando guardate in avanti cosa vedete?
Attualmente stiamo lavorando a tre progetti. Il primo lo abbiamo chiamato AdvBroker, che sta per advertising broker. In questo momento i mediatori e le reti hanno una fame enorme di nominativi di possibili clienti. La segnalazione è venuta meno e gli operatori non hanno ancora affinato delle strategie e delle tecniche per acquisire contatti di potenziali soggetti interessati ai loro prodotti. Noi vogliamo sfruttare la possibilità di co-mediazione e l’enorme vantaggio che offre in questo senso il canale online, acquisendo nominativi e comunicandoli ai nostri partner. Il secondo progetto riguarda una maggiore integrazione con il portale Immobiliare.it, un sito che oggi registra più di sette milioni di visite ogni mese, ma che non ha la possibilità di fornire consulenze sui mutui, nelle quali noi siamo invece specializzati. Infine a febbraio dovremmo avviare un nuovo servizio a pagamento per i mediatori: la possibilità di far conoscere ai clienti la loro esatta posizione grazie a Google Map, esattamente come avviene oggi per le filiali bancarie. La nostra convinzione è che la figura del mediatore, oggi ancora sconosciuta alla maggior parte degli italiani, debba diventare in futuro conosciuta e familiare, come nei Paesi anglosassoni. Anche per questo abbiamo provveduto noi a inserire la voce “mediatore creditizio” in italiano su Wikipedia.