Federica Cacciatore, socia Finsea Finanziamenti: “L’empatia è la carta vincente delle donne che lavorano nel credito”

Cacciatore, Finsea FinanziamentiSensibilità, pazienza e preparazione. Sono queste le qualità che danno alle donne che lavorano nel settore del credito una marcia in più in un comparto considerato quasi esclusivamente maschile. Ne è convinta Federica Cacciatore, professionista attiva nel ramo dei finanziamenti da più di 14 anni. “Ho iniziato svolgendo le mansioni più semplici nella finanziaria che sarebbe poi diventata l’agenzia di famiglia. Dopo aver lavorato per anni nel back office, ora sono socia della Finsea Finanziamenti s.r.l. di Caltanissetta, che lavora con l’istituto Fides, gruppo Banca Desio, e si occupa di cessioni del quinto dello stipendio, delegazioni di pagamento, tfs, mutui e prestiti personali”, racconta Cacciatore.

Come è cominciata la sua carriera?
Ho iniziato a lavorare nel 2006 mentre stavo finendo gli studi e, una volta laureata in scienze dell’educazione, quindi tutt’altro ambito rispetto a ciò di cui mi occupavo sul lavoro, ho deciso di continuare ad avere a che fare con prestiti e finanziamenti. Le conoscenze di psicologia e sociologia acquisite all’università mi sono comunque servite per guardare al credito con occhio diverso e maturare una diversa considerazione per l’aspetto umano che a volte c’è dietro la richiesta di un prestito e la dovuta sensibilità nei confronti dei clienti. Con il passare del tempo ho iniziato a gestire le pratiche, il rapporto con i collaboratori e con i commerciali, nonché con gli istituti di credito. Infine, sono diventata a mia volta collaboratrice in attività finanziaria e, oltre al back office, ho iniziato a occuparmi anche di front office, e quindi del rapporto con i clienti. Nel frattempo infatti anche l’azienda per cui lavoravo ha subito una trasformazione importante.

Cosa è successo?
La nostra è la storia di tante piccole società finanziarie che, a seguito del decreto legislativo 141 hanno dovuto rivedere completamente la propria ragion d’essere e la propria attività. La società finanziaria in cui ho iniziato a lavorare, la Finsea spa, era stata fondata a Caltanissetta nel 1993 dalla famiglia Losanto. Avevano iniziato con piccoli prestiti personali e un prodotto proprio e si erano poi evoluti nella cessione del quinto fino ad avere tre plafond importanti, contratti in tutta Italia, 15 dipendenti, la gestione delle quote. Poi l’obbligo di scelta tra il trasformarsi in banca o la cessione delle azioni della società a una banca per poter continuare a erogare prestiti e finanziamenti. Non avendo la forza per trasformarci in istituto, abbiamo dovuto chiudere e nel 2016 abbiamo deciso di aprire la Finsea Finanziamenti s.r.l..

Come è cambiato il vostro lavoro?
Innanzitutto è andata in fumo la rete costruita con grande dedizione in tanti anni e poi si è modificata drasticamente la nostra attività quotidiana. Prima eravamo una società finanziaria che erogava prestiti direttamente, questo significa che lavoravamo con i collaboratori e non con i clienti; dal 2016 siamo in tre, siamo diventati noi stessi collaboratori in attività finanziaria dell’istituto Fidest, gruppo Banca Desio, e abbiamo iniziato a rapportarci con il cliente finale. Una volta ingranato sotto questo aspetto, abbiamo deciso di dedicarci anche alla ricostruzione della rete: abbiamo da poco aperto a Marsala con un collaboratore e a San Cataldo, in provincia di Caltanissetta.

Ci descriverebbe l’attività di back office e quella di front office?
Il back office è il polmone del credito: i collaboratori inviano in agenzia le pratiche e i certificati di stipendio o la busta paga dei clienti che chiedono un finanziamento e chi è nel back office verifica i dati e valuta la fattibilità del prestito. Quindi, per via telematica, si fa una simulazione del preventivo e si verifica che tipo di prestito è possibile concedere, con quale rata e con quale durata massima. Inserita la pratica nel portale dell’istituto di credito si attende l’approvazione della stessa e alla fine il collaboratore contatta il cliente. Nel mio caso, sono io a procedere con l’identificazione del cliente e a far firmare il contratto. Per il front office seguo la pratica dall’inizio alla fine. Accolgo i clienti che entrano in agenzia, richiedo la documentazione, valuto la fattibilità di più operazioni di credito, ne discuto con il cliente, consigliando la soluzione per lui più conveniente, e poi procedo alla firma del contratto. Insomma, accompagno il cliente in tutto il percorso.

È faticoso per una donna conciliare vita familiare e vita lavorativa nel settore del credito?
La mole di lavoro è elevata. Questa è la difficoltà maggiore nel settore del credito per una donna che, a differenza di un uomo, deve dedicare molto tempo anche alla famiglia e ai figli. Per conciliare le due cose a volte mi sono trovata costretta a portare i miei figli, che oggi sono grandi, in agenzia. Per fortuna erano bambini molto buoni e non mi hanno mai dato problemi. Questo, per la mia esperienza, è l’unico aspetto che rende il lavoro credito un po’ più pesante rispetto ad altri settori. Si tratta però di una difficoltà importante se pensa che in passato molte delle donne che lavoravano nella nostra società finanziaria hanno dovuto lasciare o cambiare mestiere per poter dedicare il giusto tempo alla famiglia.

Consiglierebbe a una donna di fare la collaboratrice di agente in attività finanziaria o di mediatore creditizio?
Sicuramente. Il settore del credito ora è in evoluzione e in espansione. Se una donna ha una buona dimestichezza con i numeri e si sente a suo agio nelle relazioni interpersonali, perché no?

Quali sono le caratteristiche richieste in questo lavoro?
Innanzitutto la dimestichezza con i numeri. I conti nel settore del credito sono tutto. Una laurea in economia e commercio o in scienze bancarie è senz’altro di aiuto, perché consente di conoscere certe materie prima di cominciare a lavorare. Tuttavia anche senza una laurea in discipline economiche ci si può destreggiare egregiamente. Io ne sono l’esempio, essendo laureata in Scienze dell’educazione. Basta appunto saperci fare con i numeri. Poi serve una certa predisposizione alle relazioni interpersonali e una grande sensibilità. Il nostro settore è molto delicato, può capitare che una persona che non conosciamo abbia necessità di un prestito e nasconda il fatto di avere già un finanziamento in corso. In quel caso, consultando la banca dati, noi ne veniamo a conoscenza e dobbiamo verificare se è possibile concederne un altro. In questo caso la delicatezza è fondamentale: basta una parola per offendere qualcuno.

E in questo caso come si fa?
Qui entrano in ballo le qualità di una donna. Le donne hanno una grande empatia, sanno mettersi nei panni del cliente e, di conseguenza, lo trattano diversamente, con più riguardo. Io difficilmente lascio un cliente senza spiegazioni e faccio sempre tutto il possibile per individuare e consigliare la soluzione migliore. E spesso i clienti mi ringraziano proprio per l’impegno che vedono nei loro confronti, per aver chiarito cose che nessuno gli aveva spiegato prima o per aver proposto una soluzione insperata.