“In vista del recepimento della nuova Direttiva europea sul credito al consumo, come metodologia di lavoro, l’Oam ha ritenuto giusto coinvolgere le associazioni e così abbiamo chiesto a tutte partecipanti di esprimere le proprie idee sui punti fondamentali. Quello che emerge dal mercato e che unanimemente viene condiviso è che è bene che l’Oam vigili direttamente sui collaboratori, e non tramite agenti o mediatori che si avvalgono di queste figure professionali. Il modo in cui questo si potrà realizzare è un aspetto secondario”. Lo ha dichiarato oggi Federico Luchetti, direttore generale dell’Oam (Organismo agenti e mediatori), nel corso di un intervento a distanza a Lease2023, il Salone del leasing organizzato dall’Assilea (Associazione italiana leasing) oggi e domani a Milano.
L’urgenza di rendere più attuale la legge 141 del 2010, a vantaggio della categoria e dei consumatori, ha rappresentato il filo conduttore della sua intervista, che ha toccato diversi argomenti: il rafforzamento delle reti terze, l’abusivismo, la digitalizzazione, la nuova Direttiva sul credito al consumo. Per ciascuno di questi temi Luchetti ha evidenziato gli aspetti nei quali si rende necessario l’intervento del legislatore.
La lotta all’abusivismo
“Nell’ambito della lotta all’abusivismo nel settore dell’intermediazione del credito l’Oam ha da tempo chiesto un intervento normativo per prevedere una sanzione pecuniaria accanto a quella penale”, ha sottolineato il direttore generale dell’Oam.
Ha poi evidenziato i passi in avanti compiuti nel corso degli anni, in termini di sensibilità delle procure e dei giudici e in termini di progressivo affinamento dell’attività dell’Organismo. Nel primo caso, sono sensibilmente diminuite le archiviazioni da parte delle procure e l’Oam viene riconosciuto parte lesa nell’ambito del procedimento penale. “Non rileva l’aspetto economico, rileva che l’Oam, come autorità di vigilanza di un intero settore, venga riconosciuto come soggetto danneggiato dalla condotta di un abusivo. Questo credo sia un ottimo risultato per la categoria”, ha spiegato.
Nel secondo caso, l’Oam ha progressivamente semplificato sul proprio sito web le modalità di segnalazione di eventuali casi di abusivismo, in modo tale che, sulla scorta dell’esperienza, “nel momento in cui l’Oam decide di fare esposto abbia la ragionevole convinzione che non venga archiviato ma dia impulso a indagini e al conseguente procedimento penale”.
Le innovazioni necessarie per avvicinare le fintech al comparto
Lo sviluppo della nuova tecnologia ha creato dei competitor, le fintech, con le quali gli intermediari del credito devono confrontarsi, ma con le quali si possono stringere anche delle alleanze. Esiste però un aspetto che frena questo percorso di avvicinamento: il quadro normativo, che dovrebbe essere più elastico. “C’è bisogno di un intervento normativo che riesca a coinvolgere la nuova tecnologia e l’intelligenza artificiale in questo settore, perché sono fermamente convinto che la nuova tecnologia non sia il nemico da battere, perché crea disintermediazione, ma sia uno strumento di supporto per raggiungere nuova clientela e allargare il proprio business”, ha affermato Luchetti.
La nuova Direttiva europea sul credito al consumo
“La direttiva è stata finalmente approvata. Adesso si sta aspettando, immagino, la traduzione nelle diverse lingue e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Come Oam abbiamo detto che questa è un’occasione storica per andare a rimodulare la normativa, che mostra più di qualche ruga. Se poi Governo o Parlamento, che dovranno recepirla entro due anni dalla sua pubblicazione, ci vorranno coinvolgere saremo contenti di partecipare e di dare il nostro contributo da osservatori privilegiati”, ha aggiunto il direttore generale dell’Oam nel corso del suo intervento a Lease2023.
Per arrivare preparato, l’Organismo ha già avviato un confronto con le associazioni fondatrici, per ricevere spunti e idee sui nodi fondamentali da portare al pettine. E ha evidenziato il primo, unanimemente condiviso: “Credo che siamo tutti d’accordo sulla necessità che i collaboratori debbano essere vigilati direttamente dall’Oam. Il come è un aspetto secondario”, ha concluso Luchetti.