“Il recepimento della direttiva del credito al consumo, ormai imminente, può essere una buona occasione per fare una riflessione sui punti essenziali del quadro normativo e chiedersi: ha ancora senso mantenere una doppia figura, e quindi il monomandato? La questione presenta una serie di pro e contro. È bene prendere il treno che si sta per presentare, mettere in discussione alcuni principi attraverso un lavoro approfondito e serio e valutare se è il caso di mantenerli”. Lo ha dichiarato oggi Federico Luchetti, direttore generale dell’Oam (Organismo agenti e mediatori), durante il convegno “Agenti e mediatori creditizi, consulenza professionale specializzata per il leasing”, organizzato da Assilea (Associazione italiana leasing).
Nel suo intervento Luchetti ha fatto il punto sullo stato degli intermediari del credito nella congiuntura economica attuale, con un focus sul leasing, e si è concentrato sulle sfide che il comparto si troverà ad affrontare nel futuro.
Intermediazione del credito e leasing, un mercato ancora molto frammentato
Secondo i dati Oam aggiornati al 30 giugno, il panorama del leasing è composto da 44 intermediari mandanti, il 70% dei quali presentano da 1 a 30 mandati e il 30% dei quali superano i 30 mandati; da 1.058 agenti con mandato diretto, che per il 64% sono persone fisiche e per il 36% persone giuridiche; e infine da 2.622 collaboratori, il 77% dei quali sono agenti senza collaboratori e solo lo 0,5% agenti con oltre 25 collaboratori. “La caratteristica che emerge con più forza nel comparto è che gli operatori non hanno strutture agenziali particolarmente grandi”, ha spiegato Luchetti.
Reti distributive per comparto
La suddivisione per comparti vede la preponderanza del prodotto auto e aeronavale, con il 38% dei mandati leasing. Il 27% dei mandati è poi collocato sui beni strumentali. I prodotti che invece ricevono meno mandati sono quelli basati sui prodotti immobiliari ed energy, che rappresentano rispettivamente il 19% e il 16% del totale.
Nel comparto autoveicoli e aeronavale i mandati esistenti sono 1.270 e i collaboratori 2.607 (242 di persone fisiche e 2.365 di persone giuridiche); nell’immobiliare i mandati sono 840, 681 dei quali in capo a persone fisiche, e i collaboratori 897 (850 di persone giuridiche); nel comparto strumentale i mandati sono 1.242, l’81% dei quali in capo a persone fisiche, e i collaboratori sono 1.430 (1.224 dei quali di persone giuridiche); nel settore energy i mandati sono 722, l’83% dei quali in capo a persone fisiche, e i collaboratori sono 722 (683 di persone giuridiche).
“Il sistema mostra una buona resilienza. C’è un cauto ottimismo tra gli operatori e i collaboratori, testimoniato dagli esiti della ricerca effettuata da Reasearch Dogma per l’osservatorio Bnl Bnp Paribas, che segnala stabilità o crescita del lavoro negli ultimi 6-12 mesi per il 45% degli intervistati, mentre per gli aspetti direzionali stabilità e crescita è segnalata nel 60% dei casi”, ha aggiunto Luchetti.
Le sfide per gli intermediari del credito
Nel contesto macroeconomico caratterizzato dal rialzo dei tassi, dall’aumento della percezione del rischio legato al credito e da una crescita dei finanziamenti raccolti attraverso canali innovativi, gli intermediari hanno, secondo il direttore generale dell’Oam, uno strumento importante a cui fare ricorso: la professionalità. “Il percorso di crescita professionale ha caratterizzato il comparto dall’approvazione della legge 141 del 2010 in poi e deve rappresentare al tempo stesso uno sprone ad alzare sempre l’asticella”, ha affermato.
Le principali sfide che agenti in attività finanziaria e mediatori creditizi dovranno affrontare nel futuro sono la professionalizzazione costante, l’informatizzazione e la crescita degli strumenti di finanziamento alternativi. Per affrontarle, i consulenti del credito hanno oggi molte più capacità e consapevolezze rispetto al passato. “Dalle nostre ricerche è emerso che sempre più clienti che si sono avvalsi degli intermediari del credito tornano da loro quando hanno nuove esigenze. E questo è un buon segno. Per quanto riguarda l’informatizzazione in atto nel comparto, siamo convinti che l’algoritmo non sia tutto. Aiuta a fare una prima selezione tra i prodotti ma poi il cliente vuole vedere una persona con cui sciogliere gli ultimi dubbi e chiudere il contratto. Per aumentare la professionalità e competere con algoritmi è necessaria la formazione ma anche il supporto delle mandanti, che devono accelerare le erogazioni. Il problema riguarda solo marginalmente il leasing, tuttavia è innegabile che il tempo stia diventando sempre di più un fattore determinante nella scelta del prodotto finanziario”, ha concluso Luchetti.