“L’offerta in Italia di leasing, di factoring e di credito al consumo è oggi costituita in netta prevalenza da intermediari finanziari specializzati, generalmente monoprodotto”, è l’osservazione di Ferrari. “In tutti e tre i comparti – ha aggiunto – è assai rilevante la presenza di intermediari finanziari appartenenti a gruppi bancari esteri”.
Nell’ultimo esercizio, nel settore del factoring si è avuto un aumento dell’8,4% dei crediti acquisiti, mentre nel leasing e nel credito al consumo si sono manifestate flessioni dei volumi pari rispettivamente al 5,3% e al 2,7%. I dati dei Rapporti Ossfin 2011 rivelano come i comparti che registrano il maggiore numero di operatori in perdita siano il leasing e, soprattutto, il credito al consumo. Nel corso del 2010 la qualità del portafoglio prestiti in tutti e tre i comparti è peggiorata, con un aumento delle sofferenze meno consistente nel caso del factoring e più marcato nel caso del leasing e, ancor di più, del credito al consumo.
Il credito al consumo, dopo essere stato per anni il segmento con la più elevata redditività dei mezzi propri, è quello ad avere risentito sinora in modo più forte della crisi, con una notevole riduzione della redditività media di settore.
Sul fronte opposto, il factoring, pur evidenziando un’inevitabile caduta dei margini reddituali, mostra la migliore tenuta della performance economica sia a livello di dati aggregati sia di dispersione dei dati individuali attorno alla media. Il mercato italiano del factoring ha registrato una crescita tale da arrivare a rappresentare alla fine del 2010 il quarto mercato mondiale, dopo Gran Bretagna, Cina e Francia.
Il mercato italiano del leasing finanziario ha avuto nell’ultimo esercizio un andamento negativo anche se fortemente differenziato nei singoli sottocomparti. La performance economica nell’ultimo esercizio è complessivamente negativa e mediamente pari, in termini di reddito netto, al -2,7% dei mezzi propri. Il peggioramento delle condizioni di redditività è un dato che coinvolge l’intero settore, con una forte concentrazione dei dati individuali sul valore medio settoriale.