“Purtroppo il taglio dei tassi d’interesse da parte della Banca centrale europea ha contribuito a creare una certa destabilizzazione sui mercati visto che troppi movimenti sollecitano gli speculatori. Abbassare il costo di un bene che “non circola” – ha dichiarato Samuele Lupidi, vicepresidente nazionale Fiaip con delega alla mediazione creditizia – ha davvero poco senso in questa fase recessiva”.
Secondo la Fiaip, se non ci sarà la ripresa la Bce dovrebbe di nuovo varare misure straordinarie perché ormai i margini per agire ancora sui tassi sono molto limitati.
“E’ ininfluente abbassare il costo del denaro che rimane nelle casseforti delle banche e non genera ricchezza. Ora è necessario – ha continuato Samuele Lupidii – scoraggiare le banche a parcheggiare la liquidità per immetterla invece nell’economia reale. A meno che non si pensi che la ricchezza non venga generata dalla velocità di circolazione della moneta”.
Una mossa da mettere in atto, sostiene la Fiaip, sarebbe quella di introdurre una tassa sui depositi tenuti fermi dalle banche europee. “Chiaramente la nostra è una provocazione – ha spiegato Lupidii – ma la Bce ha fatto qualcosa di simile: ha azzerato il tasso pagato alle banche che depositano a Francoforte”.
La Fiaip si augura che l’azione della Bce sia più tempestiva in futuro e possa rilanciare la crescita nell’eurozona. Purtroppo, si legge in una nota della federazione, è evidente come le operazioni messe in atto dalle banche centrali non hanno scaldato i mercati finanziari mondiali, e soprattutto non hanno convinto gli investitori che quanto fatto sia sufficiente a ripristinare il normale corso della ripresa economica.