Findomestic: italiani ancora legati alla banca fisica. Solo 11% si affida al full digital

Findomestic LogoGli italiani sono ancora legati alla banca fisica, anche se il 28% dei clienti di istituti con sportelli sul territorio utilizza quasi esclusivamente i canali digitali. Da un nuovo focus dell’Osservatorio Findomestic, che ha analizzato l’evoluzione del rapporto tra gli italiani e le banche, emerge come solo il 23% degli intervistati sarebbe disposto a rinunciare alla filiale, mentre il 45% ne rivendica la centralità e il 32% prenderebbe in considerazione l’eventualità di farne a meno solo in cambio di un risparmio economico significativo.

Per i servizi bancari di ordinaria amministrazione lo sportello può non essere percepito come fondamentale ma la ricerca conferma come la fisicità nella relazione finanziaria resti una necessità solida per la maggioranza della clientela”, commenta Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio Findomestic.

Solo l’11% degli italiani si affida al full digital

In Italia, il 95% della popolazione adulta ha almeno un servizio bancario attivo (il 31% ha anche più di una banca) e, di questi, l’89% è cliente di una banca dotata di sportelli sul territorio.

L’11% degli italiani ha scelto una banca completamente digitale, senza sportelli né consulenti fisici: il 68% si dichiara soddisfatto, ma un terzo di loro ammette che per certi servizi o per risolvere certi problemi un riferimento fisico sarebbe molto utile.

Il focus di Findomestic rileva che, indipendentemente dalla banca cui ci si affida, tutti o quasi (98%) utilizzano l’app. Ciò nonostante, solo il 42% degli utenti si dichiara pienamente soddisfatto dell’applicazione della propria banca, mentre gli altri vorrebbero che fosse più intuitiva e facile da usare, lamentandosi soprattutto per le funzioni limitate (17%), le difficoltà a ricevere assistenza in tempi adeguati (15%) e la scarsa trasparenza sui costi (11%).

La soddisfazione complessiva dei clienti italiani verso la propria banca è comunque elevata: il 52% le assegna un punteggio tra 8 e 10 e il 93% le dà almeno la sufficienza (6 o 7). Ma il 71% non si accontenta e per avere un servizio migliore chiede maggiore trasparenza sui costi applicati, servizi digitali più semplici da usare e consulenza personalizzata”, aggiunte Claudio Bardazzi.

Nonostante una crescente confidenza con la tecnologia, quasi 4 clienti delle banche su 10 (39%) non amano interagire con gli assistenti virtuali per timore di non essere compresi e più di 3 su 10 (36%) li tollerano solo come passaggio obbligato prima di parlare con un operatore “vero”. Il 19% si mostra, invece, aperto a forme evolute di intelligenza artificiale, a patto che siano rapide e utili. Una piccola fetta (8%) si dice, invece, convinta che presto gli assistenti AI saranno in grado di offrire un servizio migliore rispetto a quello erogato dagli umani.

Intenzioni d’acquisto a livelli massimi da un anno

Con un +9,7% rispetto ad aprile, le intenzioni d’acquisto rilevate a maggio dall’Osservatorio Findomestic hanno raggiunto i livelli più alti degli ultimi 12 mesi. In particolare, auto usate, mobili, lavori di ristrutturazione e fai-da-te hanno raggiunto il picco degli ultimi 12 mesi. Tra i beni in forte crescita i grandi elettrodomestici (+24,8%), seguiti dai mobili (+21,6%) e dagli impianti fotovoltaici o termici (+19,8%). Le intenzioni di acquisto dichiarate per i prossimi 3 mesi sono in crescita anche per le e-bike (+14,3%), le TV (+9,9%), le auto nuove (+9,1%), i viaggi (+8,6%), i motoveicoli (+7,4%) e i PC (+7%). In positivo anche telefonia (+6,4%), attrezzature per il fai-da-te (+5,9%), piccoli elettrodomestici (+5,1%), attrezzature sportive (+4,5%) e tablet, seppur in misura marginale (+0,3%). In calo invece l’interesse per alcuni prodotti come le fotocamere (-0,9%), gli infissi (-4,3%) e soprattutto i monopattini elettrici (-10,4%), le caldaie a condensazione o biomassa (-15,5%) e le pompe di calore, che registrano il peggior dato del mese con un -19,5%. “Le intenzioni d’acquisto crescono in un contesto in cui l’inflazione e il calo del potere d’acquisto continuano a rappresentare per oltre 6 italiani su 10 le principali fonti di preoccupazione e il primo ostacolo alla concretizzazione dei progetti d’acquisto. Anche perché il 40% delle famiglie continua a definire la propria situazione economica ‘problematica’ e ben il 54% non riesce a risparmiare nulla a fine mese”, conclude Claudio Bardazzi.