Focus Crif: buy now pay later non percepito come credito. Rischio insolvenza in crescita

Crif Logo“Malgrado l’inflazione, nel mese di aprile, abbia toccato il massimo storico da settembre 1991 (+6,2%) e i tassi di interesse siano in crescita, la propensione da parte delle famiglie italiane a richiedere un sostegno all’acquisto continua a crescere, seppur con impegni diluiti nel tempo e, conseguentemente, con minore incidenza sul reddito familiare. Per tale motivo, il fenomeno del buy now pay later (bnpl, compra ora e paga dopo) sta influenzando la modalità di acquisto e richiesta di finanziamento da parte del consumatore, perché permette di dilazionare il pagamento con piccole rate”, così Simone Capecchi, executive director di Crif commenta il Barometro dei prestiti diffuso oggi dalla società.

Capecchi evidenzia però anche un rischio, connesso al fatto che il buy now pay later non venga percepito dall’utilizzatore come un credito ma come un mezzo di pagamento che consente di effettuare una spesa anche in assenza del budget necessario, rendendo a volte compulsivi gli acquisti: “indurre il consumatore a spendere di più di quanto possa permettersi e a sottostimare i possibili effetti sul proprio profilo creditizio”.

Le evidenze di aprile

Ad aprile, secondo il Barometro dei prestiti, le richieste di prestiti finalizzati sono aumentate del 34,3%, in continuità con il trend positivo che perdura dall’inizio dell’anno. In particolare, sono cresciute del 35,6% le domande relative ai finanziamenti destinati all’acquisto di beni e servizi, confermando la crescente propensione delle famiglie italiane a far fronte a nuove spese con il sostegno di un finanziamento. Sostenuta anche la crescita delle richieste di prestiti personali, sia rispetto a marzo sia rispetto al corrispondente mese dello scorso anno (+32,3%).

Si contrae l’importo medio richiesto e si allungano i piani di rimborso

Dallo studio di Crif emerge che l’importo medio dei finanziamenti richiesti, nell’aggregato di prestiti personali e finalizzati, ad aprile si è attestato a 8.811 euro e vede una rilevante contrazione (-7%) rispetto al valore dello stesso mese del 2021. Nel complesso, il 54,3% delle richieste presenta un importo inferiore ai 5.000 euro.

Entrando nel dettaglio, per quanto riguarda i prestiti finalizzati l’importo medio richiesto si è attestato a 6.089 euro (-13,2% rispetto ad aprile 2021) contro i 12.940 euro dei prestiti personali (-1,3% rispetto ad aprile 2021).

In generale gli italiani prediligono una durata dei finanziamenti più lunga rispetto al passato, con il 20,4% del totale delle richieste che prevede un piano di rimborso fino a 36 mesi e un 23,8% che va oltre i 5 anni, privilegiando soluzioni che pesino il meno possibile sul reddito familiare.

Infine, se la fascia di età maggiormente rappresentata resta quella compresa tra 45 e 54 anni, con il 24,4% delle richieste, gli under 35 arrivano a spiegare il 25,1% del totale.

Il fenomeno del buy now pay later: il profilo “avatar” del consumatore digitale

Il buy now pay later è una nuova modalità di pagamento che si sta affermando nel mercato dell’e-commerce, incentivata dalla pandemia e trainata dal costante aumento delle vendite online negli ultimi anni.

A questo riguardo, Crif ha messo a confronto un cluster ascrivibile al bnpl (linee di credito con ticket molto contenuti e con un piano di rimborso di brevissima durata) con i più classici finanziamenti finalizzati small ticket, analizzandone trend e caratteristiche. 

Dal grafico è evidente come il fenomeno del bnpl faccia registrare tassi di crescita della domanda sensibilmente maggiori rispetto al credito al consumo finalizzato, con un incremento medio annuo del 134% e picchi trimestrali del 194%.

Nello specifico, è interessante sottolineare come la generazione dei baby boomers (ovvero i nati tra dal 1944 al 1964) è quella che fa registrare la crescita maggiore, con un trend medio del +173%, a conferma che seppur il bnpl sia una modalità di acquisto particolarmente apprezzata e diffusa tra i più giovani (la così detta generazione Z – ovvero i nati dopo il 1995), è crescente l’interesse manifestato anche all’interno delle generazioni meno giovani.

Buy now pay later, contratti più rischiosi

Molto più consistente è l’evidenza sui trend relativi alla rischiosità del credito registrata da questi due cluster. Pur rimanendo un fenomeno tendenzialmente a basso rischio, nel periodo d’analisi i contratti buy now pay later registrano una rischiosità maggiore rispetto ai finalizzati small ticket. Nel primo semestre 2021 Crif ha registrato una rischiosità dei contratti bnpl 1,7 volte quella dei tradizionali finanziamenti small ticket, a conferma di come il bnpl non sia del tutto ‘risk free’ ma, anzi, stia registrando tassi di insoluto in tendenziale aumento, di pari passo con la crescita del fenomeno.

Analizzando il tasso di insolvenza (osservando lo scaduto/impagato di almeno 1 rata in un orizzonte temporale di 3-6 mesi, pari quindi all’intera durata del finanziamento) emerge come lo stesso sia quasi raddoppiato tra il 2020 e il 2021.

In particolare, la rischiosità di contratti bnpl nel primo semestre 2021 risulta 1,4 volte maggiore rispetto allo stesso dato osservato nel 2020. 

Clienti senza storia creditizia, con più linee di attive

L’analisi di Crif si sofferma sulla frequenza con cui gli utenti ricorrono a questo tipo di facilitazione finanziaria. Visti, da un lato, il ticket contenuto e, dall’altro, la facilità e la velocità di accesso a questo prodotto, il buy now pay later registra frequency superiore rispetto ai prestiti finalizzati small ticket più tradizionali. Nel panel in analisi, infatti oltre il 20% degli utenti possiede più linee di credito attive.

Molto peculiare la vista sul profilo creditizio degli utenti che richiedono un prodotto bnpl: un primo dato che fa riflettere è come per questi prodotti la percentuale di clienti new to credit (clienti che non hanno alcuna storia creditizia pregressa) sia nettamente superiore alla media di mercato, attestandosi su valori del 13% del totale, quasi il doppio del cluster di confronto (prestito finalizzato tradizionale small ticket). “L’evidenza non stupisce, data la diffusione di questa facilitazione finanziaria presso le generazioni più giovani, tipicamente meno esposta a forme creditizie tradizionali”, si legge nel report.

È interessante, secondo Crif, analizzare gli utenti bnpl anche in funzione delle proprie abitudini creditizie. “Chi ricorre a questa forma di credito solo nel 28% dei casi è titolare di un mutuo, mentre appare preponderante il possesso di prestiti e in particolare di prestiti finalizzati, per i quali il tasso di possesso è quasi del 60%. Il dato induce a pensare che per questi soggetti la porta di accesso al credito sia correlata più al soddisfacimento di un’esigenza specifica e contingente (acquisto) piuttosto che a un fabbisogno finanziario tout court”, precisa il Barometro dei prestiti.