Nel 2023 il risultato economico dell’Enasarco è quintuplicato rispetto al 2022. Lo ha reso noto ieri la Fondazione, dopo l’approvazione del bilancio consuntivo da parte del consiglio di amministrazione.
Nel dettaglio, il risultato economico è stato pari a 237 milioni di euro (+400%), a cui si aggiungono euro 39 milioni di risultato del Firr, per un valore complessivo di 276 milioni di euro (per un aumento di circa il 500%, quindi sestuplicato rispetto al 2022).
Il patrimonio della Fondazione cresce a 8,7 miliardi di euro, in crescita del 5% rispetto al 2022. La riserva legale, corrispondente al patrimonio netto, è pari a 5,8 miliardi di euro, contro i 5,6 miliardi del 2022 e rappresenta 5,43 volte il valore delle prestazioni previdenziali 2023.
Il flusso contributivo è passato da 1,30 a 1,34 miliardi di euro, a fronte di una spesa pensionistica complessiva pari a 1,095 miliardi di euro, mentre continua a diminuire il numero dei contribuenti, con un rapporto iscritti pensionati pari a 1,54. Il contributo medio annuo pagato dall’agente è pari a 2.685 euro a cui si aggiunge in egual misura il contributo a carico della preponente, per un valore complessivo medio di 5.370 euro; di contro la pensione media annua di vecchiaia è pari a 9.510 euro, mentre si arricchisce il welfare a favore degli iscritti con una spesa complessiva pari a 22,5 milioni di euro.
Sul fronte della gestione finanziaria, i proventi finanziari lordi sono passati da 145 a 177 milioni di euro, con un incremento del 20% circa. Le valutazioni e le stime hanno pesato sul bilancio 2023 per 59 milioni di euro, di cui 53 milioni riguardanti l’accantonamento per la perequazione delle pensioni, ancora sub iudice dei ministeri vigilanti.
“Nel corso del 2023, l’Organo amministrativo è intervenuto sulla gestione della Fondazione operando scelte doverose, sia per ciò che riguarda la gestione della previdenza e del welfare, sia nella gestione dell’ingente patrimonio degli iscritti. I risultati sono visibili e rispondono alle raccomandazioni dei Ministeri Vigilanti, dimostrando che l’autonomia gestionale delle Casse può proficuamente generare risultati di efficienza, grazie al processo di professionalizzazione che ha interessato il comparto”, ha commentato l’Enasarco.
Di estrema importanza, secondo la Fondazione “l’avvio della gestione segregata del Firr a partire dal 2024, eseguita mediante regole semplici, di buon senso, conformi alla normativa vigente ed ispirate, per la gestione amministrativo contabile, alle norme già applicate alla Fondazione e alle best practice di settori similari a quello previdenziale”.
La strada intrapresa, conclude, dimostra “che la Fondazione è un corpo intermedio autonomo, in grado di iniziative sussidiarie di interesse generale, con risorse provenienti dalla categoria professionale rappresentata, senza alcun contributo direttamente riveniente dal circuito politico-istituzionale ed in grado di generare valore per la collettività rappresentata”.