Francesco Alfonso, presidente Oam: “Mediazione creditizia, i nuovi approdi in un mondo che cambia. Il parere su sentenza della Corte Costituzionale, segnalazioni di vigilanza e compatibilità mediatore – agente”

Immaginare nuovi approdi in un mondo che cambia velocemente è doveroso, soprattutto se la navigazione si preannuncia turbolenta”. Si è aperto con una metafora più che calzante l’intervento del presidente dell’Oam, Francesco Alfonso, al V convegno della Fimaa. Il numero uno dell’Organismo agenti e mediatori ha portato la sua riflessione sulle nuove frontiere della mediazione creditizia, senza tirarsi indietro rispetto agli argomenti al centro del dibattito: sentenza Lexitor, segnalazioni di vigilanza e compatibilità mediatore – agente.

In un nuovo contesto economico, nel quale i tassi di interesse tornano a salire dopo anni di stabilità e le famiglie vedono indebolirsi il proprio potere d’acquisto, si concretizza il rischio di peggioramento della qualità del credito e, con esso, quello una maggiore prudenza da parte di banche e società finanziarie nella concessione dei crediti.
Al tempo stesso, la diminuzione dei dipendenti e degli sportelli bancari prosegue a un ritmo meno importante rispetto agli anni scorsi, fermandosi rispettivamente al 2% e 8% (sono scesi del 13% e del 34% negli ultimi 10 anni secondo i dati della Banca d’Italia). E aumenta l’offerta di credito online, soprattutto per i prestiti di durata inferiore a 3 anni,

In questo contesto il presidente dell’Oam ha indicato tre punti fissi dai quali partire: l’importanza del rapporto umano, che non può sostituirsi all’intelligenza artificiale; l’invecchiamento della popolazione, a causa del quale il digitale non potrà rappresentare l’unico canale distributivo; e la tutela del consumatore, per garantire la quale la digitalizzazione deve essere accompagnata da un adeguato supporto informativo.

La concentrazione del mercato

Le analisi svolte dall’Organismo agenti e mediatori hanno evidenziato come il settore della mediazione creditizia sia sempre più indirizzato verso realtà strutturate e di grandi dimensioni. Durante la crisi pandemica le società con il più alto numero di collaboratori hanno, da un lato, dimostrato maggiore capacità reattiva e, dall’altro, registrato il maggiore aumento del numero dei collaboratori.
Questo “non esclude la coesistenza di realtà minori, che continuano a rappresentare la stragrande maggiorana dei mediatori creditizi. La capacità di specializzazione su prodotti di nicchia nel settore corporate, caratterizzati da un maggiore grado di complessità, per esempio, può costituire uno spazio nel quale società di minori dimensioni possono operare in modo competitivo”, ha precisato.
Tuttavia, “non può essere l’Oam a indicare la via da seguire: ciascuno dovrà scegliere il modello di business che ritiene più opportuno. I processi di concentrazione che hanno caratterizzato il mondo bancario non possono essere imposti e un mercato degli intermediari del credito eccessivamente concentrato rischia di indebolire la posizione contrattuale della clientela”.

Sentenza Lexitor, gli effetti della pronuncia della Corte Costituzionale

La sentenza della Corte Costituzionale sulla normativa relativa alla estinzione anticipata della cessione del quinto complica uno scenario già difficile a causa della contingenza economica. Come emerso dall’udienza pubblica svoltasi davanti alla Consulta, le stime dei costi che i soggetti finanziatori dovranno affrontare variano tra 850 milioni e 1 miliardo e 750 milioni per l’Avvocatura dello Stato per arrivare a 5 miliardi secondo i rappresentanti dei soggetti finanziatori e molti esperti del settore”, ha spiegato il presidente dell’Oam.
La cessione del quinto rappresenta un importante segmento di mercato per i mediatori creditizi. Secondo i dati dell’Organismo, costituisce la voce più importante dell’intermediato dopo i mutui, soprattutto per gli operatori di minore dimensione, e raggiunte il 6% del totale.
Quali sono i rischi per gli intermediari del credito in questo contesto? “La retroattività della norma crea oggettivamente un quadro di incertezza: non è possibile prevedere quanti di questi costi saranno realmente richiesti dai consumatori, né se le banche e le società finanziarie vorranno recuperare la quota dalla catena distributiva. Alcuni segnali ci indicano però che gli intermediari finanziari più piccoli potrebbero abbandonare questo segmento del mercato, favorendo anche da questo lato una maggiore concentrazione dell’offerta”, ha affermato.
C’è poi un altro pericolo, che Alfonso ha definito una “possibilità concreta”, e cioè che il rischio per la richiesta del rimborso dei costi up front venga coperto con un aumento dei tassi di interesse, a svantaggio dei consumatori.

Il nuovo sistema delle segnalazioni di vigilanza

Per quanto riguarda il nuovo sistema delle segnalazioni di vigilanza avviato dall’Organismo, il presidente ha tenuto a “fugare i possibili timori, da parte degli iscritti, di violazione della privacy”. È un aspetto, ha chiarito, che l’Oam ha seguito con grande impegno in sede progettuale e al quale dedicherà altrettanta attenzione in fase operativa. La valutazione d’impatto effettuata ha inoltre rilevato un livello di rischio basso.
Alfonso ha quindi precisato che l’obiettivo principale della nuova procedura è “incentivare la qualità e la trasparenza dell’attività degli intermediari del credito” e che tale obiettivo verrà perseguito “ottimizzando le azioni di vigilanza, ma anche fornendo studi e statistiche che possano aumentare la conoscenza del mercato da parte degli operatori”.

Compatibilità mediatore – agente

L’intervento del presidente dell’Oam si è concluso con un riferimento alla norma che ha introdotto la compatibilità tra agenti immobiliari e mediatori, contenuta nell’articolo 28 della legge 118/2022. “Comunque la si pensi, occorre prendere atto della scelta del legislatore. Lo stesso ministero delle Imprese e del Made in Italy, rispondendo a uno specifico quesito dell’Organismo, ha confermato il sostanziale ampliamento della compatibilità tra le due attività, introdotto ad agosto”, ha dichiarato.
A fronte di una non chiarissima formulazione della norma, il ministero ha affermato che “sembrano non sussistere specifici profili di incompatibilità tra l’attività di agenzia immobiliare e quella di mediazione creditizia, anche qualora quest’ultima sia svolta direttamente da parte delle società di mediazione iscritte presso l’Oam, in qualità di persone giuridiche”. Alla luce di ciò, l’Organismo “deve ritenere che l’attività di agenzia immobiliare possa essere prestata contestualmente all’attività dal mediatore creditizio, anche nel caso in cui quest’ultima sia svolta direttamente da parte delle società di mediazione”.
A proposito dell’aumento dei rischi per i consumatori, derivante dal fatto, citato dalla Fimaa, per il quale “le piccole-medio imprese di intermediazione costituiscono oltre l’80% del settore”, Alfonso ha affermato che, a ben vedere l’interpretazione del ministero può avere una valenza pro-consumatore, poiché facilita l’attività di vigilanza dell’Oam sul comparto.
Sul controllo nei confronti dei collaboratori delle reti di mediazione, ha anche dichiarato che “quando l’attività di agente immobiliare viene svolta direttamente dal singolo collaboratore, l’operatività diventa potenzialmente meno trasparente. Controllare in modo autonomo l’attività dei collaboratori è estremamente complesso, anche considerando che su di loto l’Organismo non ha strumenti di vigilanza diretta. La necessità di strumenti di controllo nei confronti dei collaboratori è un problema più volte sottoposto dall’Oam all’attenzione del legislatore e rimasto finora senza risposta”.

Infine, ha sottolineato che sul tema della compatibilità tra agenti immobiliari e mediatori la risposta ormai la darà il mercato. Ha però auspicato che le piccole e medie imprese sappiano rispondere alla nuova sfida. E ha concluso affermando che se ci saranno nuovi cambiamenti sotto il profilo normativo, l’Oam si adeguerà.