Il consiglio di amministrazione di Banca Monte dei Paschi di Siena ha approvato nei giorni scorsi i risultati dell’esercizio 2011.
Nel corso dell’anno passato il Gruppo ha operato in un contesto di mercato straordinariamente difficile caratterizzato da un progressivo rallentamento della crescita economica e dall’acuirsi della crisi del debito sovrano nell’area euro che, dal secondo semestre, ha determinato un brusco aumento degli spread creditizi e la chiusura dei mercati interbancari ed istituzionali, innescando al contempo una spirale negativa sulle quotazioni di borsa e dei titoli di stato italiani. E’ uno scenario che ha fortemente condizionato l’attività dell’intera industria bancaria e che ha avuto notevoli ripercussioni sulle dinamiche patrimoniali e reddituali del Gruppo.
In considerazione degli andamenti dei mercati e dei prevedibili scenari futuri, in ottemperanza a quanto previsto dallo IAS 36, il Gruppo Montepaschi ha effettuato una rettifica di valore dell’avviamento e degli intangibili di significativa entità (4.479 milioni di euro). Questa svalutazione, peraltro, ha effetti solo sulle grandezze contabili ma nessun impatto sul cash-flow, sulla liquidità, e sui coefficienti patrimoniali come, evidentemente, non ha alcuna influenza sulla redditività prospettica e sull’affidabilità della banca.
Il test di d’impairment 2011 è stato condotto utilizzando proiezioni economico finanziarie 2012-2016 che sono state elaborate partendo dai dati preconsuntivi 2011 e di budget 2012 su di un orizzonte previsionale di cinque anni (fino al 2016). Le proiezioni sono state effettuate tenuto conto delle linee strategiche previste dal Piano Industriale 2011-2015 e del nuovo scenario macroeconomico e bancario, mutato significativamente rispetto al momento in cui è stato predisposto il Piano Industriale.
Per quanto attiene alle dinamiche patrimoniali, nel 2011 si è registrata una ricomposizione delle fonti di finanziamento, attraverso una progressiva sostituzione di funding interbancario e istituzionale con provvista BCE in presenza di una sostanziale stabilità del funding retail. Gli attivi fruttiferi, al contempo, hanno mostrato trend in contrazione soprattutto in relazione alla bassa domanda di finanziamenti da parte di famiglie e imprese ed anche in relazione ad una politica di selettività, da cui è derivato un andamento riflessivo del portafoglio creditizio, mentre è aumentata l’incidenza delle sofferenze.
Tali dinamiche patrimoniali e di contesto si sono riflesse sui risultati economici correnti del Gruppo, dove i ricavi complessivi sono stati penalizzati dall’impossibilità di trasferire immediatamente l’aumento del costo del funding sul rendimento degli attivi fruttiferi e dalla riduzione degli impieghi, mentre il costo del credito ha registrato un progressivo peggioramento.