I sindacati confederali proseguono nella loro atività.
Nell’incontro al Ministero dell’ Economia e Finanze del 26 marzo i rappresentanti dei lavoratori Nidl/Cgil, Fenamec/Felsa/Cisl, R12/Uilca/Uil, Simedia/Ale/Ugl e datoriali Fimaa Italia/ConfCommercio, hanno convintamente sostenuto l’importanza di ridefinire la figura del collaboratore, svincolandolo dall’ipotesi prospettata nel testo del secondo decreto correttivo, letto in consultazione pubblica, che lo equipara all’agente di commercio.(art.1742 Cod.Civ.).
“Si è ragionato – si legge in un comunicato congiunto – con concrete argomentazioni collegate alla realtà imprenditoriale del settore, sulla necessità di sviluppare una figura di cui venga valorizzata l’autonoma e specifica capacità professionale, in un sano rapporto contrattuale con l’agente in attività finanziaria e il mediatore creditizio, senza forzati inquadramenti e ulteriori oneri previdenziali (ENASARCO) oltre all’iscrizione INPS, con un contratto generale capace di tutelare al massimo il rapporto con il datore di lavoro e garantire equilibrate redistribuzioni provvigionali, in un quadro di precisi e definiti diritti, regolazione dei controlli e responsabilità deontologiche”.
All’incontro si è ribadita l’importanza di mantenere il contatto con il contesto oggettivo in cui si opera che vede l’80% dei soggetti con partita I.V.A., agendo per linee interne affinché il rapporto tra le parti corrisponda a una logica di equilibrio degli interessi complessivi.
“Pensiamo di avere incontrato interlocutori attenti e non pregiudizialmente innamorati di una tesi – comunicano i sindacati – disponibili al confronto e a rivedere costruttivamente le posizioni attualmente affermate”.