I segretari generali dei sindacati confederali, Nidl/Cgil, Fenamec/Felsa/Cisl, R12/Uilca/Uil, Simedia/Ale/Ugl, hanno scritto, lo scorso 30 marzo, una lettera aperta alle associazioni datoriali di categoria (Assomea, Assoprofessional, Assocred, Assimec e Fimec).
Si è scritta la lettere perché “in questo momento di riassetto del sistema dell’intermediazione, con il completamento del secondo decreto correttivo del Dlgs 141/2010”, l’iniziativa sindacale si è concentrata “sul problema dei collaboratori, individuati come elemento oggettivamente a rischio di essere oggetto di rapporti lavorativi improntati all’unilateralità dell’azione datoriale”, e perché con le associazioni “si era iniziato un percorso di confronto che, però, al momento, pare essersi arenato o, comunque, non ha trovato quella indispensabile continuità che denoti una effettiva volontà di sviluppare una prospettiva di collaborazione”.
“In mancanza di una chiara definizione del loro profilo lavorativo – si legge nella lettera – certamente non assimilabile all’agente di commercio, o, peggio ancora, confinandoli nella penombra di presunti contratti a progetto o coordinati e continuativi, migliaia di lavoratori sono destinati a essere lasciati in balia di una condizione di insopportabile debolezza”.
Per i sindacati si è quindi venuta a creare la necessità di costruire un contratto generale, che si ponga come “ancoraggio positivo e frangiflutti rispetto alle possibili ondate distruttive dell’abbandono in terre di nessuno, dove andrebbe a prevalere l’assenza di tutele e difese”.
I Confederati hanno iniziato un percorso di confronto con l’associazione datoriale Fimaa/Confcommercio “nell’ottica di incardinare il processo riformistico dentro un struttura che persegua una sintesi dinamica degli interessi, evitando sterili conflittualità e posizionamenti di bandiera”.
Da questo dialogo è iniziato un percorso che potrebbe sfociare in un Ente Bilaterale “per l’intrinseca capacità di porsi come strumento di reale coordinamento dialogico”. “Per sua natura, quindi, previene ed anticipa il conflitto – si legge sempre nella lettera – gioca un ruolo reciprocamente soddisfacente in termini di mediazione anticipatoria, coagula un tessuto di vasi comunicanti aperti sull’evoluzione costante delle necessità di tutti i soggetti, compresi i consumatori, e, last but not least, sul piano della formazione potrebbe immediatamente esprimere una dimostrata efficienza”.
“Da parte nostra – si conclude nella lettera – ribadiamo di essere aperti e convinti dell’importanza di costruire relazioni improntate all’ascolto non ideologico delle varie posizioni, mettendo il dialogo e gli accordi alla base dell’impostazione complessiva. Rinnoviamo l’invito a riaprire uno spazio di riflessione comune che determini velocemente delle scelte condivise, in assenza del quale proseguiremo a strutturare la nostra presenza attraverso il coinvolgimento degli altri attori del mercato, datoriale e associativo”.