Cresce la stipula di polizze on demand e il 2021 rappresenterà l’anno della svolta secondo Italian Insurtech Association (Iia) e Yolo Group, che hanno condotto una ricerca presso un campione rappresentativo di quadi 20.000 consumatori (18.750), utenti digitalizzati che effettuano accesso giornaliero a internet e hanno effettuato un acquisto online negli ultimi 6 mesi.
Secondo l’indagine, sono state circa 400.000 le persone che hanno acquistato polizze digitali negli ultimi sei mesi, e ci si aspetta di arrivare entro fine anno a un raddoppio rispetto all’anno precedente (750.000), con una crescita del 114% rispetto al 2020. Le categorie di maggior interesse sono travel e sport (che rappresentano circa il 25% delle transazioni di polizze digitali), seguite da mobilità (23%), casa (11%) e salute (4%).
L’aumento rispetto all’anno precedente è da attribuire, secondo Iia e Yolo, “sia alla spinta della mobilità urbana, sia alla maggiore conoscenza del prodotto assicurativo on demand, soprattutto presso il target millennial e tra le persone sopra i 40 anni con una forte attitudine verso gli acquisti e l’utilizzo di strumenti digitali”.
Secondo la ricerca, tuttavia, la conoscenza da parte dei consumatori delle polizze online è ancora limitata: solo il 28% dei millennial interpellati dall’indagine conosce le polizze on demand e il 33% dei cosiddetti over 40 heavy digital spender. La percentuale si abbassa ulteriormente per coloro che hanno poca dimestichezza con i prodotti digitali, appena 9%.
“Nonostante un incremento rispetto agli anni precedenti l’Italia risulta essere ancora il fanalino di coda rispetto ad altri Paese europei nell’acquisto di polizze on demand – spiegano Iia e Yolo in un comunicato congiunto -. Negli ultimi 12 mesi infatti la maggior parte degli acquirenti di questo tipo di servizi assicurativi è rappresentato dai consumatori inglesi (il 47%), seguito dai francesi (39%), tedeschi (38%). L’Italia rappresenta il 32% del mercato di polizze on demand, peggio di noi la Spagna (19%), ma comunque di sotto alla media europea (32%)”.
Dall’indagine emerge inoltre che il consumatore digitale tendenzialmente non ha mai comprato assicurazioni, se non rc auto, che hanno una penetrazione nel segmento 23-38 anni del 65%, ma molto inferiore negli altri settori: casa (22%), moto (21%), mobilità urbana (18%) sport (15%), viaggi (8%), salute (7%), animali domestici (6%). Inoltre dalla ricerca si evince che il 72% degli intervistati che hanno acquistato una polizza on demand lo hanno fatto integrata ad altri servizi.
Interessanti anche i dati che riguardano il canale. Il 60% ha affermato di aver acquistato questo genere di polizze da un distributore non assicurativo (banca, utility, e-commerce), il 35% da un broker digitale e solo il 5% da una compagnia.
Dalle risposte del campione emerge che la bassa penetrazione non è dovuta alla mancanza di bisogno/interesse, ma a limiti imputabili (direttamente o indirettamente), all’offerta tradizionale: bassa conoscenza dei prodotti assicurativi, presenza limitata (o sostanziale assenza) di un’offerta digitale chiara e flessibile, in linea con le esigenze, anche economiche, del target.
“Da una recente indagine Ivass emerge una scarsa conoscenza assicurativa da parte degli italiani, non solo la maggior parte non sa come funzioni una polizza, ma ben 7 persone su 10 ritengono di non aver bisogno dei consigli dell’assicuratore né di doversi affidare a fonti informative esterne – spiega Simone Ranucci Brandimarte, presidente e fondatore di Yolo Group e Italian Insurtech Association –. Questi dati fanno riflettere su come il settore debba adeguarsi sempre più alle nuove esigenze dei clienti, soprattutto perché, come evidenziano i dati della nostra ricerca, esiste anche una nuova tipologia di consumatore, digitale, smart e consapevole sempre più pronto ad acquistare polizze on-demand e che non può essere ignorato. Consideriamo che 8 acquirenti di polizze on demand su 10 non avevano mai comprato polizze in passato, a conferma del fatto che siamo di fronte a una nuova fetta di mercato. Tanto più che il 60% di questi acquirenti digitali ha acquistato questo genere di polizze da un distributore non assicurativo (banca, utility, e-commerce) e solo il 5% da una compagnia. È evidente che se il settore non vuole perdere l’opportunità di crescere proponendo ai consumatori nuovi prodotti e servizi sempre più digitali, deve adeguare la propria offerta e digitalizzarsi, attraverso la formazione e l’acquisizione di nuove competenze. Velocizzare la transizione digitale dell’industria assicurativa diventa un fattore primario se non vogliamo perdere la nostra competitività e nuove opportunità di business”.