Il biologico italiano compie quarant’anni. Il libro “Il bio non è una bufala” propone un viaggio tra le imprese del settore

Il bio non è una bufalaUn viaggio nelle più importanti storie d’impresa italiana nel campo del biologico, da quelle grandi, come Alce Nero o Natura sì, alle piccole realtà locali, unite dalla tenacia, dalla resistenza alla delocalizzazione, dall’etica nel modo di produrre finalizzata all’ottenimento di un prodotto buono per la salute. È questo che propone il libro Il bio non è una bufala, di Stefano Genovese.
Storie virtuose da cui esce un bel ritratto del biologico italiano in un anno importante, visto che nel 1978, 40 anni fa esatti, sono nati tutti i più importanti marchi legati a questo modo di produrre, prima di nicchia e poi sempre più di massa con l’ingresso nella grande distribuzione.

Dalla scheda del libro

Oggi quasi tutto può essere bio: dalla cosmesi al turismo, dall’odontoiatria all’edilizia. Qualche decennio fa il biologico era una scelta per fricchettoni seguaci di qualche filosofia orientale. In seguito, è diventata una moda per radical chic. Poi il mondo si è ricordato che siamo ciò che mangiamo, si è reso conto che le risorse terrestri sono limitate, che nel nostro piatto ci finisce troppa chimica, e così il bio è parso una seria opportunità di salvezza. E allora viva il biologico! Mangio solo biologico! Voglio pure l’auto biologica! Fino allo sbarco nei supermercati. Subito dopo, però, sono nate le domande scettiche: ma se mi converto al bio non posso più mangiare carne? Neanche a Pasqua? E il latte lo posso bere? E come fa a essere biologica una fragola a Natale? E con l’affettato di seitan ci risuolo le scarpe? L’arrendevolezza di molti scettici non ha tuttavia contagiato tanti imprenditori, agricoltori e visionari che non si sono arresi in questi quarant’anni di biologico in Italia. Questo ha permesso di creare un settore vivace, diventato un business solo negli ultimi quindici anni. Proprio questi visionari Stefano Genovese è andato a incontrare di persona in tutta Italia. Da esperto e da consumatore ha voluto vedere chi c’è dietro le aziende del bio per conoscere le filiere, capire le tecniche di produzione e scoprire la filosofia che le ha ispirate sostenendole nella lotta per restare in attività.  Si è visto spalancare le porte di imprese piccole e piccolissime con un’identità specifica – fra cui Libera Terra Mediterraneo, Argital, AmoreTerra, Ca’ d’Andrei, ma anche di marchi storici e giganti del bio: EcorNaturaSì, Ki, Alce Nero, Iris, La Finestra sul Cielo, Probios, Bioalleva. Una carrellata di straordinarie avventure imprenditoriali, tante case histories, per toccare con mano che un pacchero di grano antico, un calice di rosso non trattato, una fetta di caprino di montagna con pane al tarassaco non sono bufale, ma realtà. 

STEFANO GENOVESE giornalista, autore e blogger, collabora con varie testate e case editrici. Scrive di alimentazione, cultura e spettacolo. Da sempre interessato al marketing e all’imprenditoria, ha pubblicato di recente Reverse. Il metodo Pil: pensare contro per avere un’azienda a favore (2017).