Nel secondo trimestre del 2016 ha continuato a ridursi la quota di operatori che riporta una diminuzione dei prezzi di vendita, che si è attestata al 43,6 per cento (44,8 nel trimestre precedente, 56,4 nella rilevazione di un anno fa). È quanto emerge dall’ultimo sondaggio congiunturale della Banca d’Italia sul mercato delle abitazioni.
Secondo l’analisi i giudizi di stabilità salgono al 54,8 per cento (erano il 52,4 nella scorsa indagine). Il miglioramento riflette in particolar modo gli andamenti nelle regioni del Nord Ovest, dove le risposte di flessione hanno riguardato il 41,7 per cento degli agenti (45,5 nella precedente rilevazione).
Compravendite
La quota di agenzie che ha venduto almeno un’abitazione è scesa rispetto alla rilevazione precedente (al 73 per cento dal 79,9), plausibilmente risentendo dei fattori di stagionalità particolarmente rilevanti nel periodo estivo; rispetto allo stesso periodo del 2015 si riscontra un aumento di circa 2 punti percentuali. Anche il saldo tra la quota di agenzie che riportano un aumento e quella di coloro che segnalano una diminuzione del numero dei potenziali acquirenti è sceso, a 2,1 punti percentuali da 17,2 nell’indagine precedente, ma è tuttavia fortemente migliorato rispetto ai valori negativi di un anno prima (era pari a -4,3 punti percentuali), confermando la tendenza positiva delle condizioni della domanda di abitazioni.
Incarichi a vendere
Il saldo tra le risposte di aumento e di diminuzione delle giacenze di incarichi a vendere, pur rimanendo positivo, si è ridotto rispetto alla precedente rilevazione (a 2,7 da 5,7 punti percentuali); è diminuito anche il saldo delle risposte relative ai nuovi mandati (7,2 da 8,5 punti percentuali). Secondo il giudizio degli operatori, le principali cause di cessazione dell’incarico rimangono legate al divario tra prezzi offerti e domandati: la quota di chi segnala proposte di acquisto a prezzi ritenuti troppo bassi per il venditore è salita al 69,2 per cento (dal 61,1 della precedente indagine); anche la quota di chi segnala che i prezzi richiesti sono ritenuti eccessivamente elevati dai potenziali acquirenti rimane alta, pur riducendosi al 50,4 per cento (da 57,0 nel primo trimestre). Si è ridotta la quota di agenzie che riconduce la decadenza dell’incarico alle difficoltà degli acquirenti di reperire un mutuo (al 20,9 per cento dal 23,8 nel primo trimestre; era 29,5 un anno prima).
Trattative e tempi di vendita
Il margine medio di sconto sui prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali del venditore è lievemente salito, al 14,5 per cento dal 13,8 del primo trimestre come pure il tempo medio intercorso tra l’affidamento del mandato e la vendita dell’immobile cresciuto a 9,6 mesi (da 8,6 nell’indagine precedente; 9,4 in quella del secondo trimestre del 2015) soprattutto per effetto di un incremento dei tempi medi di compravendita nel Nord Ovest e nel Centro.
Modalità di finanziamento degli acquisti
La quota di acquisti finanziati con mutuo ipotecario è aumentata (al 76,1 per cento, dal 73,8 dell’indagine precedente), così come il rapporto tra prestito e valore dell’immobile (al 73,8 per cento, dal 69,3).
Locazioni
La quota di operatori che hanno dichiarato di avere locato almeno un immobile nel secondo trimestre è rimasta sostanzialmente invariata rispetto al periodo precedente (al 77,9 per cento). Il saldo tra i giudizi di aumento e diminuzione dei canoni di locazione è rimasto negativo (-28,1 punti percentuali, da -26,6 nella rilevazione di aprile). Per il trimestre in corso resta prevalente la quota di operatori che si attende canoni di locazione invariati, pur se lievemente diminuita (al 79 per cento, da 83,4), per effetto di un lieve aumento sia della quota di chi si attende un aumento (a 4,4 da 3,5 nell’ultimo sondaggio) sia della quota che si attende una diminuzione (a 16,5 da 13,1). Il margine medio di sconto sui canoni rispetto alle richieste iniziali del locatore è cresciuto al 6,8 per cento (dal 6,5 del trimestre precedente). Il saldo negativo fra le risposte di aumento e di diminuzione dei nuovi incarichi a locare è peggiorato (a -18,5 punti percentuali da -10,5 della scorsa indagine); tuttavia rimangono prevalenti i giudizi di stazionarietà (a 61,1 per cento da 63,9 del primo trimestre).
Le prospettive del mercato in cui operano le agenzie
Le aspettative degli agenti immobiliari sulle tendenze a breve termine del proprio mercato di riferimento, sono sfavorevoli rispetto al sondaggio precedente, anche in questo caso per effetto della stagionalità, ma risultano in netto miglioramento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: il saldo fra attese di miglioramento e di peggioramento nel trimestre in corso è stato pari a -5,3 punti percentuali, da -16,9 della rilevazione di luglio 2015. Le prospettive sui nuovi incarichi a vendere sono peggiorate rispetto alla precedente rilevazione: il saldo è sceso a 3,4 punti percentuali, da 13,6, riportandosi sui livelli del secondo trimestre del 2015. La quota di operatori che prevede una flessione dei prezzi nel trimestre in corso è cresciuta (39,0 per cento, dal 31,8 della rilevazione di aprile), a fronte di una riduzione nei giudizi di stabilità (59,4 per cento, dal 64,7 della scorsa rilevazione); tale andamento è particolarmente accentuato nelle aree non urbane e nelle regioni del Centro e del Sud.
Le prospettive del mercato nazionale delle compravendite
Le aspettative sul mercato immobiliare nazionale sono meno favorevoli rispetto alla precedente rilevazione, risentendo di fattori di natura stagionale, ma si sono rafforzate nel confronto con il corrispondente trimestre del 2015: il saldo relativo alle attese circa l’evoluzione a breve del mercato immobiliare nazionale si è attestato a -5,2 punti percentuali, da -19,9 un anno fa. In un orizzonte di medio termine (due anni) il saldo fra attese di miglioramento e peggioramento continua a essere positivo, seppur in riduzione rispetto alla rilevazione di aprile (a 28,0 punti percentuali da 46,4); se confrontato con il periodo corrispondente, risulta superiore di quasi sei punti.