È salito a quota tre il numero delle associazioni che hanno presentato denuncia alla Commissione Ue contro l’incompatibilità tra l’attività di agente immobiliare e di collaboratore di mediatore creditizio reintrodotta nel nostro ordinamento a febbraio. L’opposizione riguarda la Legge n.238/2021, pubblicata nella Gazzetta ufficiale n.12 del 17.01.22, nella quale è compreso l’emendamento all’art 5 comma 3 legge 39/89, che sancisce l’incompatibilità tra l’esercizio dell’attività di mediazione immobiliare e merceologica con le attività relative al comparto dei servizi finanziari, costituito da banche, finanziarie, assicurazioni, mediatori creditizi e agenti in attività finanziaria.
Alla Federazione italiana agenti immobiliari professionali (Fiaip) e all’Associazione mediatori e agenti (Ama), il 18 febbraio scorso si è aggiunta anche Confassociazioni (Confederazioni associazioni professionali), alla quale Fiaip aderisce tramite Confipi (Confederazione nazionale professionisti immobiliari).
“Siamo da sempre per la piena libertà delle imprese e delle professioni sul mercato. Per questo abbiamo depositato una denuncia alla Commissione Ue contro la recente introduzione di una rinnovata incompatibilità per gli agenti immobiliari rispetto alla mediazione del credito. Anche perché si tratta di un’ulteriore violazione di quanto già stigmatizzato dalla Ue nella procedura d’infrazione 2018/2175”, ha dichiarato in una nota stampa il presidente di Confassociazioni, Angelo Deiana.
Deiana parla di una situazione che sarebbe stato meglio non vedere, “perché ha visto la re-introduzione in Italia dell’incompatibilità tra due professioni vicine e multidisciplinari come agenti immobiliari e mediatori creditizi. Incompatibilità che aveva portato il nostro Paese a essere destinatario di una procedura di infrazione della Ue, tanto da averla abolita circa due anni fa, salvo reintrodurla, alla fine dello scorso anno, a processo sanzionatorio ancora in atto”.
Per questo motivo, spiega il presidente di Confassociazioni “abbiamo fatto rete e abbiamo presentato questa denuncia alla Commissione Ue: siamo da sempre contro ogni limitazione della libertà di iniziativa professionale e imprenditoriale per i nostri professionisti e le nostre aziende. Per crescere, nel futuro prossimo venturo, dobbiamo essere pronti a costruire modelli integrati che favoriscano lo sviluppo individuale e lo coniughino con la crescita della collettività e del nostro Paese”.
“L’alternativa, ha concluso Deiana “è quella di continuare a ragionare di recinti anticoncorrenziali che generano scarsa produttività, modelli di servizio che non vedono il cliente al centro dei servizi offerti e la drammatica permanenza di zone grigie di abusivismo tra professioni. Praticamente la sconfitta della nostra capacità professionale, delle nostre imprese e della crescita potenziale della nostra collettività. Per questo ringraziamo l’avvocato Andrea Reggio D’Aci, che ci ha supportato in questo percorso verso obiettivi di libertà e crescita”.
Venerdì
25 febbraio è arrivato il plauso della Fiaip. “Registriamo con favore che, dopo la nostra Federazione e Ama, anche la più grande rete di professionisti Italiana, Confassociazioni, stigmatizzi la recente introduzione di un’ulteriore incomprensibile incompatibilità, quella tra l’attività di mediazione immobiliare con quella dei collaboratori delle società di mediazione creditizia, in totale contrasto con le raccomandazioni Europee, aggravando il rischio di infrazione della procedura 2018/2175 ancora in essere contro il nostro Paese – ha dichiarato il presidente Gian Battista Baccarini –. Dopo le gravi conseguenze economiche dettate dagli effetti della pandemia, dall’impennata dell’inflazione, e dall’aumento scriteriato dei costi energetici e del gas destinato ad aggravarsi con il conflitto militare in Ucraina non abbiamo certo bisogno di assoggettare il nostro Paese al concreto rischio di ulteriori sanzioni da parte dell’Europa”.
L’Italia, conclude Baccarini “è l’unico Paese in Europa in cui è presente l’incompatibilità tra la mediazione immobiliare e quella del credito rimanendo il solo ad essere penalizzato. Il mediatore per sua definizione è terzo, imparziale ed equidistante alle parti, pertanto, indipendentemente dal tipo di mediazione è proprio la terzietà che di fatto esclude la presenza di un conflitto di interesse. Paradossale, poi, che le grandi società internazionali possano adottare modelli commerciali flessibili e multidisciplinari erogando servizi in ambito immobiliare e del credito mentre le nostre agenzie immobiliari no”.
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